Ambiente confinato

Ambiente confinato
Per spazio confinato si intende un qualsiasi ambiente limitato, in cui il pericolo di morte o di infortunio grave è molto elevato, a causa della presenza di sostanze o condizioni di pericolo.
Gli spazi confinati sono facilmente identificabili proprio per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di:
- serbatoi;
- silos;
- recipienti adibiti a reattori;
- sistemi di drenaggio chiusi;
- reti fognarie.
Altri tipi di spazi confinati, non altrettanto facili da identificare ma ugualmente pericolosi:
- cisterne aperte;
- vasche;
- camere di combustione all'interno di forni;
- tubazioni;
- ambienti con ventilazione insufficiente o assente.
Perché gli ambienti confinati sono così pericolosi?
- Sono spazi circoscritti e limitati “abbastanza grandi” da permettere al lavoratore di entrare ed eseguire il lavoro;
- Possibilità di entrata e di uscita ristretta e limitata;
- Ventilazione naturale sfavorevole;
- i lavori in questi ambienti presuppongono una occupazione non continuativa da parte dei lavoratori.
PERICOLI LEGATI AGLI SPAZI CONFINATI
Negli spazi confinati possono verificarsi diverse situazioni pericolose, la cui causa è spesso riconducibile a:
- Mancanza di ossigeno;
- Gas, fumi, o vapori tossici;
- Sostanze liquide e solide che, se perturbate, possono improvvisamente riempire l'ambiente o rilasciare gas pericolosi;
- Incendi ed esplosioni;
- Residui all’interno di cisterne, serbatoi o depositi su superfici interne, che possono emettere gas, fumi o vapori pericolosi;
- Elevate concentrazioni di polveri;
- Temperature elevate.
RISCHIO DI ASFISSIA (OVVERO MANCANZA DI OSSIGENO) A CAUSA DI:
Permanenza prolungata/sovraffollamento con scarso ricambio di aria;
reazioni chimiche di ossidoriduzione di sostanze (rilascio di anidride carbonica, ammoniaca, acido cianidrico, acido solfidrico).
Ad esempio
- Reazione tra alcuni tipi di terreno e l’ossigeno contenuto nell’aria;
- Reazione tra le acque sotterranee, il gesso e calcare, dalla quale si produce anidride carbonica;
- Nelle stive delle navi, nei container da carico, nei camion da trasporto, ecc. come conseguenza della reazione del carico stesso con l’ossigeno presente nell’ambiente;
- All’interno di cisterne e serbatoi in acciaio in presenza di ruggine.
RISCHIO DI AVVELENAMENTO (PER INALAZIONE O PER CONTATTO EPIDERMICO):
Presenza di gas, fumi o vapori velenosi normalmente presenti o che possono penetrare da ambienti circostanti
Evaporazione di liquidi o sublimazione di solidi normalmente presenti  o che possono improvvisamente riempire gli spazi, o rilasciarvi gas, quando agitati o spostati.
Ad esempio
- Gas/vapori/fumi pericolosi accumulati all’interno di condotte, tombini e cavità collegate al sistema fognario;
- Gas/vapori/fumi pericolosi che invadono cisterne o serbatoi tramite le condotte di collegamento;
- Gas/vapori/fumi pericolosi filtrati all’interno di fosse e cavità in terreni contaminati, come vecchie discariche e impianti per il gas.
- Le sostanze non agglomerate, come quelle granulose, possono solidificare parzialmente o formare degli accumuli all'interno dei silos, causando ostruzioni che possono collassare inaspettatamente.
RISCHIO DI INCENDIO E ESPLOSIONE PER LA PRESENZA DI:
- Gas e vapori infiammabili (metano, acetilene, propano/butano, xilolo, benzene);
- Liquidi infiammabili (benzine e solventi idrocarburici);
- Polveri disperse nell’aria in alta concentrazione (farine nei silos, nerofumo, segatura, ecc.);
- Eccesso di ossigeno o di ossidanti (ad esempio, a causa di violenta ossidazione di sostanze grasse/oleose; nitrato di ammonio con paglia o trucioli di legno);
- Macerazione e/o decomposizione di sostanze organiche con auto-riscaldamento della massa fino a raggiungere la propria temperatura di autoaccensione.
Altre condizioni di pericolo possono svilupparsi a seguito dell’attività lavorativa in corso o a causa di un inefficiente sistema di isolamento degli impianti confinanti, come ad es. in caso di perdite da una condotta di collegamento.
Un ambiente di lavoro costituito da spazi ristretti e confinati può contribuire ad aumentare i rischi, come ad esempio nel caso in cui:
- i macchinari in uso richiedano speciali dotazioni di sicurezza, quali sistemi di aspirazione delle polveri per smerigliatrici portatili, o protezioni contro gli shock elettrici;
- le operazioni di saldatura o l’impiego di solventi volatili e spesso infiammabili possano generare gas, fumi o vapori;
- l’accesso all’area di lavoro avvenga attraverso un’apertura di dimensioni ridotte. L'uscita o le operazioni di salvataggio in situazioni critiche potrebbero pertanto risultare più complesse.
Una delle principali cause di morte a seguito di incidenti negli ambienti confinati è l’asfissia.
L'asfissia (o soffocamento) è la condizione nella quale l'assenza o la scarsità di ossigeno impedisce una respirazione normale.
L'asfissia è causa di ipossia, che si ripercuote soprattutto sui tessuti e negli organi più sensibili alla carenza di ossigeno, come il cervello.
L'asfissia viene spesso accompagnata dalla sensazione di "fame d'aria"; il bisogno di respirare è indotto da livelli crescenti di anidride carbonica nel sangue piuttosto che da livelli troppo bassi di ossigeno. A volte il livello di anidride carbonica non è sufficiente a indurre la "fame d'aria" e il soggetto diventa ipossico senza accorgersene.
In ogni caso, se non si interviene prontamente l’asfissia porta molto rapidamente all'incoscienza, a danni cerebrali e alla morte.
La % di ossigeno presente normalmente nell’aria che respiriamo è intorno al 21%. Se tale percentuale inizia a diminuire, l’organismo umano andrà incontro in pochi minuti alla morte.
Le cause di una carenza di O2 in uno ambiente confinato possono essere dovute:
- al consumo dell’ossigeno durante alcuni processi lavorativi;
- alla sostituzione dell’ossigeno con altri gas  (per esempio gas di saldatura, gas inerti);
- a reazioni chimiche in cui reagisce l’ossigeno atmosferico (ossidazioni di metalli);
- al consumo di ossigeno attraverso vari processi biologici (fermentazioni, decomposizioni di materiale organico).
Altri gas pericolosi che possono causare incidenti mortali o esplosioni negli ambienti confinati sono:
CO2 Anidride Carbonica: generata dalla combustione completa di sostanze combustibili e/o infiammabili in presenza di atmosfera ricca di ossigeno.
Gas incolore e inodore, il suo peso è leggermente superiore a quello dell’aria pertanto si dispone sul pavimento con la tendenza a salire verso l’alto. Questo gas tende a sostituire l’ossigeno nell’aria causando un grave rischio di asfissia in ambienti chiusi e confinati.  Assorbito per inalazione dall’organismo umano in elevate concentrazioni determina una carenza di ossigeno con rischio di perdita di coscienza o morte.
CO Monossido di Carbonio:  gas incolore e inodore, di densità simile all’aria, forma facilmente miscele esplosive. Si produce da combustione in difetto di ossigeno. Gli incidenti determinati da questo gas, che avendo un’affinità per l’emoglobina 200 volte superiore a quella dell’ossigeno, provocano anossia anemica e con la relativa mancanza di ossigeno, la morte.
Altri gas pericolosi che possono causare incidenti mortali negli ambienti confinati sono:
H2S Idrogeno Solforato: generato dalla decomposizione di sostanze animali e vegetali o durante la carica di accumulatori al piombo. Gas incolore e dal caratteristico odore di uova marce, il suo peso è leggermente superiore a quello dell’aria pertanto si dispone sul pavimento. La caratteristica di addensarsi in sacche aumenta la pericolosità di questo gas. E’ tossico, altamente infiammabile e esplosivo. Assorbito dall’organismo porta alla paralisi del centro nervoso che comanda la respirazione con conseguente morte per asfissia.
SO2 Anidride Solforosa:  gas incolore di odore pungente, di densità superiore all’aria. Non è infiammabile, ma corrosivo e vescicante, provoca una grave fenomenologia bronco-spastica con conseguente anossia. Si sviluppa per reazione tra bisolfiti e acidi.
L’accesso agli spazi confinati è regolato dall’art. 66 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. che recita:
1. È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione. L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi. 
Inoltre l’Allegato IV, punto 3 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. disciplina i requisiti dei luoghi di lavoro confinati (vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos, ecc.).
Prima di iniziare lavori in ambienti confinati è obbligatorio verificare che:
- gli spazi confinati siano provvisti di aperture di  accesso aventi dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi;
- il personale addetto ai lavori sia stato informato e formato sui rischi connessi all’accesso a spazi confinati e autorizzato con Permesso di Lavoro scritto;
- sia stata correttamente delimitata e segnalata l’area operativa per evidenziare l’attività in corso e impedire l’accesso a persone estranee;
sia stata correttamente identificata la/e sostanza/e eventualmente presenti all’interno dello spazio confinato;
- gli eventuali residui ancora presenti nello spazio confinato siano estraibili con i mezzi a disposizione dall’esterno dello stesso;
- le valvole e i dispositivi dei condotti in comunicazione con il recipiente siano chiuse e bloccate;
- le eventuali tubazioni di collegamento allo spazio confinato siano intercettate da flange cieche o da altri dispositivi ritenuti idonei e che sui dispositivi di manovra ne sia chiaramente indicato il divieto di manovra;
sia disposta una adeguata e sufficiente ventilazione forzata;
- sia predisposta la sorveglianza e l’assistenza dall’esterno. L’addetto incaricato all’assistenza deve accertarsi periodicamente che chi opera all’interno risponda ai suoi richiami, qualora non sia visibile;
- sia predisposta idonea illuminazione e, per gli spazi ampi all’interno dei quali non sia visibile da ogni posizione l’uscita, adeguata segnaletica illuminata che indichi le vie d’uscita;
E’ fondamentale attuare opportune procedure di lavoro per assicurare che l’ambiente confinato in cui si andrà ad operare sia un “luogo di lavoro sicuro”.
Le procedure prevedono:
• la verifica dall’esterno dell’atmosfera interna dello spazio confinato, mediante l’utilizzo di strumenti manovrati a distanza;
•   l’utilizzo di attrezzature manovrate a distanza, per bonificare i silos nei quali si sono formati blocchi di granaglie sfuse a forma di ponte, che potrebbero crollare;
•   l’utilizzo, per il controllo, di sistemi di televisione a circuito chiuso.
Bisogna innanzi tutto valutare se le attività pianificate siano effettivamente necessarie, o se è possibile invece modificare lo spazio confinato in modo da non rendere necessario l'accesso a tale spazio oppure svolgere le operazioni dall’esterno.
Una delle prime procedure di lavoro da attuare prima di entrare in un ambiente confinato è la verifica dell’aria contenuta nell’ambiente confinato stesso. E’ fondamentale verificare che l’aria sia libera da agenti chimici asfissianti, tossici ed infiammabili e che sia adatta alla respirazione umana.
Tale verifica va effettuata da personale esperto mediante idonea apparecchiatura adeguatamente calibrata.
Ovviamente l’ossigeno presente non dovrà mai essere inferiore al 20%.
Se il tasso di ossigeno risulta inferiore a tale valore è opportuno effettuare un risanamento dell’atmosfera dell’ambiente di lavoro confinato.
In questi casi si procede prelevando aria fresca dall’esterno e immettendola tramite idoneo ventilatore nell’ambiente di lavoro confinato mediante tubazione deformabile. Il posizionamento dell’impianto di ventilazione deve tenere conto delle geometrie del luogo e delle potenziali sorgenti del contaminante in quanto l’aria, dopo aver lambito il fondo, viene sospinta verso l’uscita, attraversando l’ambiente confinato, che si comporta come una vera e propria tubazione di riflusso.

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