radiazioni ottiche artificiali

roa
ROA - RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI
Le radiazioni ottiche sono costituite da onde elettromagnetiche, vibrazioni di campi magnetici ed elettrici che si propagano nello spazio.
Le onde elettromagnetiche viaggiano alla velocità della luce.
Ogni onda elettromagnetica ha una frequenza ed una lunghezza d'onda.
La radiazione ottica comprende, quindi, le componenti dello spettro elettromagnetico di lunghezza d’onda minore dei campi elettromagnetici e maggiore di quelle delle radiazioni ionizzanti.
Secondo l'art. 214 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. si definiscono:
- radiazioni ottiche: tutte le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d’onda compresa tra 100 nm e 1 mm;
- radiazione laser: radiazione ottica prodotta da un laser;
- radiazione non coerente: qualsiasi radiazione ottica diversa dalla radiazione laser;
- valori limite di esposizione: limiti di esposizione alle radiazioni ottiche che sono basati direttamente sugli effetti sulla salute accertati e su considerazioni biologiche. Il rispetto di questi limiti garantisce che i lavoratori esposti a sorgenti artificiali di radiazioni ottiche siano protetti contro tutti gli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute conosciuti.
Lo spettro delle radiazioni ottiche si suddivide in radiazioni ultraviolette, radiazioni visibili e radiazioni infrarosse:
- radiazioni ultraviolette: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda compresa tra 100 e 400 nm. La banda degli ultravioletti è suddivisa in UVA (315-400 nm), UVB (280-315 nm) e UVC (100-280 nm);
- radiazioni visibili: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda compresa tra 380 e 780 nm;
- radiazioni infrarosse: radiazioni ottiche a lunghezza d'onda compresa tra 780 nm e 1 mm. La regione degli infrarossi è suddivisa in IRA (780-1400 nm), IRB (1400-3000 nm) e IRC (3000 nm-1 mm).
Le sorgenti di radiazioni ottiche si classificano in:
- coerenti
- non coerenti.
Le Sorgenti coerenti emettono radiazioni in fase fra di loro i minimi e i massimi delle radiazioni coincidono) mentre le sorgenti non coerenti emettono radiazioni sfasate.
Ad esempio i laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) sono sorgenti di radiazioni ottiche artificiali coerenti, mentre tutte le altre sono non coerenti (IR, Visibile, UV).
SORGENTI NON COERENTI
Riscaldatori radianti
Forni di fusione metalli e vetro
Cementerie
Lampade per riscaldamento a incandescenza
Dispositivi militari per la visione notturna
Sorgenti di illuminazione artificiale (lampade ad alogenuri metallici, al mercurio, sistemi LED , ecc.)
Lampade per uso medico (fototerapia neonatale e dermatologica)/estetico
Luce pulsata –IPL (Intense Pulsed Light)- Saldatura
Sterilizzazione
Essiccazione inchiostri, vernici
Fotoincisione
Controlli difetti di fabbricazione
Lampade per uso medico (es.: fototerapia dermatologica) e/o estetico (abbronzatura) e/o di laboratorio
Luce pulsata –IPL– Saldatura ad arco/al laser.
SORGENTI COERENTI
Sorgenti laser
Applicazioni mediche e mediche per uso estetico
Applicazioni per solo uso estetico (depilazione)
Telecomunicazioni, informatica
Lavorazioni di materiali (taglio, saldatura, marcatura e incisione)
Metrologia e misure
Applicazioni nei laboratori di ricerca
Beni di consumo (lettori CD e “bar code”) e intrattenimento (laser per discoteche e concerti).
Gli effetti dannosi prodotti dall’esposizione a radiazioni ottiche artificiali (ROA) colpiscono principalmente gli occhi e la pelle.
I possibili danni causati dall’esposizione sono, fra l’altro, fortemente dipendenti dalla lunghezza d’onda della radiazione.
L’occhio è in grado di focalizzare sulla retina le radiazioni visibili o nell’infrarosso vicino, per cui gli effetti dannosi sono molto più elevati sulla retina piuttosto che sull’occhio a livello della cornea. L’azione delle radiazioni ultraviolette è di tipo fotochimico, porta alla distruzione delle cellule epiteliali causando nell’occhio congiuntiviti o addirittura cataratte.
La penetrazione della pelle è massima per lunghezze d’onda intorno al micron (µm).
Le radiazioni ultraviolette possono provocare nella pelle dermatiti con possibili effetti mutageni ad alte dosi.
EFFETTI DANNOSI
- Danno retinico di natura termica (380-1480nm);
- Danno retinico di natura fotochimica (380-550 nm);
- Danno al cristallino di carattere termico da esposizione ad IR-A (780-1400 nm) e IR-B (1400-3000 nm)
- Danno termico alla cornea (1400 nm-1 mm);
- Ustioni cutanee (380 nm-1 mm);
- Fotosensibilizzazione cutanea (380-700 nm).
Rischi indiretti
Sovraesposizione a luce visibile: disturbi temporanei visivi, quali abbagliamento, accecamento temporaneo.
Rischi di incendio e di esplosione innescati dalle sorgenti stesse e/o dal fascio di radiazione.
Rischi associati alle apparecchiature/lavorazioni che utilizzano ROA quali stress termico, contatti con superfici calde, rischi di natura elettrica.
I valori limite di esposizione alle radiazioni ottiche sono legati ai possibili effetti sulla salute, il rispetto di questi limiti fornisce un elevato livello di protezione della salute per i lavoratori esposti.
I valori limite permettono, inoltre, di valutare il tempo massimo di permanenza in un ambiente ove sia possibile una esposizione, misurabile o calcolabile, a radiazioni non coerenti o laser senza subire danni alla salute.
I Valori Limite di Esposizione per le radiazioni non coerenti emesse da sorgenti artificiali sono riportati nell'Allegato XXXVII Parte I quelle delle radiazioni laser nell‘Allegato XXXVII Parte II del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.
Le formule e i parametri da utilizzare per la valutazione dell’esposizione dipendono dall’intervallo di lunghezza d’onda in cui si colloca lo spettro della radiazione emessa dalla sorgente, dalle caratteristiche di emissione e da quelle di esposizione.
I risultati delle valutazioni dell’esposizione devono essere poi confrontati con i corrispondenti valori limite delle grandezze radiometriche considerate e indicati negli allegati citati.
Per la valutazione dei rischi il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura e/o calcola i livelli delle radiazioni ottiche a cui possono essere esposti i lavoratori.
La valutazione senza misurazioni può essere effettuata quando si è in possesso di dati tecnici forniti dal fabbricante (comprese le classificazioni delle sorgenti o delle macchine secondo le norme tecniche pertinenti), o di dati in letteratura scientifica o di dati riferiti a situazioni espositive analoghe.
Anche l’analisi preliminare della situazione lavorativa e della sorgente talvolta permettono di evitare la necessità di effettuare le misure.
Le misure o i calcoli non si rendono necessari:
- Nel caso delle saldatrici ad arco, dove è noto che con qualsiasi corrente di saldatura e su qualsiasi supporto i tempi per cui si raggiunge una sovraesposizione per il lavoratore addetto risultano dell’ordine delle decine di secondi
- Nel caso di sorgenti classificate in accordo con lo standard UNI EN 12198:2009 (per le macchine) o lo standard CEI EN 62471:2009 (lampade o sistemi di lampade) dove i dati di classificazione consentono una ragionevole valutazione dei livelli di esposizione.
Durante le misurazioni è utile rilevare il valore di irradianza o radianza a cui è esposta il lavoratore durante la propria attività alla sorgente, ma anche l’eventuale esposizione di personale che si trovi nell’area vicina.
Occorre effettuare misure comparative come: misure ambientali a sorgente spenta, misure con frapposizione di schermi o DPI tra sorgente e ottica di rilevazione.
Tali misure servono per verificare l’adeguatezza delle tecniche di schermatura e di protezione individuate.
Il datore di lavoro definisce e attua un programma d’azione che comprende misure tecniche e/o organizzative destinate ad evitare che l’esposizione superi i valori limite, tenendo conto in particolare:
- di altri metodi di lavoro che comportano una minore esposizione alle radiazioni ottiche;
- della scelta di attrezzature che emettano meno radiazioni ottiche, tenuto conto del lavoro da svolgere;
- delle misure tecniche per ridurre l’emissione delle radiazioni ottiche, incluso, quando necessario, l’uso di dispositivi di sicurezza, schermatura o analoghi meccanismi di protezione della salute;
- degli opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, dei luoghi e delle postazioni di lavoro;
- della progettazione e della struttura dei luoghi e delle postazioni di lavoro;
- della limitazione della durata e del livello dell’esposizione;
- della disponibilità di adeguati dispositivi di protezione individuale;
- delle istruzioni del fabbricante delle attrezzature.
Se la valutazione dei rischi ha rilevato il superamento dei Valori Limite di Esposizione oppure la sorveglianza sanitaria ha riscontrato alterazioni apprezzabili dello stato di salute dei lavoratori correlate all’esposizione a Radiazioni Ottiche Artificiali, il datore di lavoro deve adottare specifiche misure di protezione e contenimento dei rischi.
Diventa necessario, oltre all’adozione di specifiche misure di tutela previste dai manuali di istruzione delle attrezzature di lavoro utilizzate e soprattutto quando una sorgente non può essere eliminata o sostituita, programmare specifiche misure di prevenzione e contenimento per limitare o prevenire l’esposizione.
Per proteggere i lavoratori dai rischi che possono provocare danni agli occhi e alla pelle, dopo aver valutato i rischi ed adottate tutte le misure di tutela per la loro eliminazione o riduzione, il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare anche i dispositivi di protezione degli occhi e del viso per contrastare i tipi di rischio presenti.
Per la protezione di occhi e viso si utilizzano
- occhiali (con oculare doppio o singolo)
- maschere (del tipo a scatola o a coppa)
- ripari facciali (per saldatura o altro uso).
La protezione complessiva del lavoratore si avvale anche di DPI che non riguardano solo la protezione di occhi e volto.
Ad esempio, nelle lavorazioni che comportano l’esposizione dell’operatore alle radiazioni emesse da archi elettrici, torce al plasma, ecc. (radiazione UV, visibile e infrarossa) i DPI da utilizzare oltre alle maschere munite di idonei filtri o agli elmetti provvisti di filtri elettronici a cristalli liquidi, vi sono anche guanti e indumenti resistenti al calore.
La sorveglianza sanitaria viene effettuata periodicamente, di norma una volta l’anno o con periodicità inferiore decisa dal medico competente con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente sensibili al rischio, tenuto conto dei risultati della valutazione dei rischi trasmessi dal datore di lavoro.
La sorveglianza sanitaria é effettuata con l’obiettivo di prevenire e scoprire tempestivamente effetti negativi per la salute, nonché prevenire effetti a lungo termine negativi per la salute e rischi di malattie croniche derivanti dall’esposizione a radiazioni ottiche.
Sono tempestivamente sottoposti a controllo medico i lavoratori per i quali é stata rilevata un’esposizione superiore ai valori limite.

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