Fattore tempo

Al fine di approfondire il significato del parametro fattore tempo si rende necessario fare le considerazioni che seguono prendendo ad esempio i valori limite proposti dall’ACGIH.
II TLV- TWA di una data sostanza, com’è noto, rappresenta il valore della concentrazione ambientale della sostanza stessa considerato accettabile (cioè non ha conseguenze dannose sulla salute del 95% della popolazione esposta per 8 ore al giorno, 5 giorni la settimana, per 40 anni lavorativi), fermo restando che è in ogni caso opportuno porre in atto tutti gli interventi ragionevolmente attuabili al fine di mantenere il livello d’esposizione più basso possibile.
Per valutare i rischi connessi alle attività di laboratorio che sono caratterizzate da esposizioni brevi e diversificate,la determinazione del tempo d’esposizione rappresenta uno degli elementi critici in quanto deve essere tale da proteggere i lavoratori esposti e, contemporaneamente, deve essere aderente alla reale esposizione che si sta considerando. Nei laboratori, come detto, non avremo mai un’esposizione continuativa e ripetitiva come nelle aziende di produzione, per questo si ritiene opportuno formulare delle ipotesi che, sebbene in favore della sicurezza e della salute, tengano conto della realtà lavorativa.
Ovviamente ci sarebbe la necessità di dover conoscere, anche se è veramente difficile, quale sia il giorno più a rischio per ciascun lavoratore al fine di inserire nella formula le sostanze con le relative quantità adoperate;
qualora ciò sia sconosciuto non resta che fare delle approssimazioni. Per questi casi si ipotizza che i tempi d’utilizzo di ciascuna sostanza in una settimana (indicati dal lavoratore e avallati dal responsabile del laboratorio) possano essere considerati, rappresentativi della quantità usata settimanalmente. Per avere una condizione cautelativa si ipotizza che questa quantità sia tutta impiegata in un solo giorno; in maniera ancora più cautelativa si ipotizza infine che, in quel medesimo giorno, siano parimenti utilizzate anche tutte le altre sostanze indicate dal lavoratore nella propria scheda. Considerate le modalità effettive di lavoro in un laboratorio (nella  sua poliedricità e per tempi brevissimi), il tempo d’esposizione ricavato non può che essere distribuito nell’ipotetica
giornata lavorativa presa in esame. A questo scopo si è introdotto un coefficiente correttivo di tempo che tiene conto della specifica modalità d’azione della sostanza sulla base della categoria del TLV: come media ponderata nel tempo (TWA), come limite per esposizione a breve termine (STEL) e come tetto limite da non superare mai (Ceiling).
Per definizione il TLV-TWA rappresenta la media ponderata delle concentrazioni di una data sostanza nell’aria ambiente, nell’arco delle otto ore della giornata lavorativa di riferimento, che ammette escursioni sopra il limite purché compensate da equivalenti escursioni al di sotto.
Il TLV-STEL rappresenta la concentrazione limite a breve termine, cioè relativa ad un periodo di 15 minuti, che può essere raggiunta non più di quattro volte nell’arco della giornata lavorativa.
Il TLV-Ceiling rappresenta la concentrazione che non deve essere superata durante qualsiasi momento dell’esposizione lavorativa che, per la significatività del campionamento, si può intendere di durata pari e non superiore a 15 minuti.
In considerazione di quanto appena detto, Quindi il tempo d’esposizione a ciascuna sostanza, indicato dal lavoratore secondo le indicazioni prima specificate, è stato rapportato a 480 minuti (giornata lavorativa di 8 ore) nel caso di sostanza con il solo TLV-TWA, mentre, per sostanze aventi un TLV-STEL, il coefficiente correttivo di tempo è ottenuto rapportando il tempo d’esposizione a 15 minuti ripetuti per quattro volte (ossia a
60 minuti) nell’arco della giornata; nel caso di sostanze con TLV-Ceiling il coefficiente correttivo di tempo si e ottenuto rapportandolo ai 15 minuti massimi previsti per questo limite (sempre nell’arco di una giornata).
Nel caso di valori limite di altre Organizzazioni se non risulta possibile associarli ad una delle categorie proposte,il dato dovrà essere inserito in corrispondenza del TWA per la trattazione corrispondente.
VLi: nell’algoritmo questo parametro è inserito al denominatore, in quanto inversamente proporzionale al rischio. 
Esso rappresenta il valore limite di soglia di ciascuna sostanza, e si riferisce ai valori limite europei. 
Quando non esistenti si propone di fare riferimento ai TLV dell’ACGIH o ad altri valori limite di Organizzazioni scientifiche internazionali.
L’algoritmo, che tiene conto di tutti gli elementi caratterizzanti l’esposizione, esprime il livello d’esposizione complessiva alle n sostanze chimiche pericolose a cui è esposto ciascun lavoratore.
Per il calcolo del livello di rischio è condizione necessaria inserire un valore limite. Nella pratica potrebbe verificarsi che, nella scheda di sicurezza del prodotto, non è riportato alcun valore limite. In questi casi si rende indispensabile approfondire la ricerca sia ad altre schede di sicurezza che ai valori limite definiti da autorevoli Organizzazioni Scientifiche come quelli di seguito riportati a solo titolo di esempio:
• TLV dell’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists);
• NOAEL (No-Observed adverse-effect level / Livello senza effetti osservati);
• LOAEL (Lowest observed adverse effect level / livello senza effetti negativi osservati);
• DNL Derived No Effect Level;
• DML Derived Minimal Effect Level;
• OEL Limiti di Esposizione Occupazionale (OEL) definiti dal Scientific Committee on Occupational Exposure Limits (SCOEL);
• IDLH (Immediately dangerous to life and health / livello immediatamente pericoloso per la salute e la vita);
• PEL (Permissible Exposure Limit) stabiliti dall’OSHA (Occupational Safety and Health Administration);
• REL (Reccomended Exposure Limits) pubblicati dal N.I.O.S.H. (National Institute of Safety and Occupational Health);
• MAK Maximum Concentration of a Chemical Substance in the Workplace (MAK deriva da Maximale Arbeitsplatz Konzentration);
• TRK Technical Occupational Exposure Values.
E molti altri ancora.
Se tutte le ricerche hanno dato esito negativo e non si è potuto risalire ad alcun limite di esposizione, potrebbe essere motivata la eliminazione dal calcolo del livello di esposizione la sostanza in esame. 
Tale extrema ratio può essere giustificata dal fatto che non essendo stato definito un limite di esposizione non risulta possibile effettuare una valutazione oggettiva.
A maggior ragione, se si procedesse ad effettuare una misura della sostanza nell’aria ambiente non si potrebbe fare alcuna considerazione di bassa o alta esposizione rispetto ad un limite non identificato.

Commenti