Il rischio da esposizione a sostanze pericolose

In via del tutto generale, un laboratorio chimico può essere considerato come un luogo in cui vengono manipolate sostanze chimiche “in piccola quantità”.
Il rischio chimico rappresenta il rischio connesso con la presenza nel ciclo lavorativo di sostanze o miscele/preparati chimici pericolosi; i quali, a seconda della loro natura, possono dar luogo a:
• rischi per la sicurezza o rischi infortunistici: incendio, esplosione, contatto con sostanze corrosive, ecc.;
• rischi per la salute o rischi igienico-ambientali: esposizione a sostanze/preparati tossici o nocivi, irritanti,cancerogeni, mutageni, ecc.
I rischi di natura igienico ambientali si hanno ogni qualvolta si creano le condizioni in cui si possa verificare interazione tra gli agenti chimici impiegati nelle fasi delle attività lavorative e il personale addetto.
Questo può verif icarsi sia a causa di accadimento accidentale (anomalie strumentali e impiantistiche, incendi, sversamenti, reazioni anomale, ecc.) sia a causa della peculiarità dell’attività lavorativa.
Le sostanze chimiche che si possono trovare in laboratorio hanno un largo spettro di proprietà fisiche, chimiche e tossicologiche e diversi effetti fisiologici.
Il rischio di effetti tossici, secondo le caratteristiche degli agenti chimici, è determinato dal livello e dalla durata e frequenza dell’esposizione, dalla dose assorbita e dalle caratteristiche dei soggetti esposti (sesso, età,presenza di patologie, ecc.).
Quindi il rischio di produrre un effetto tossico dipende sia dal livello dell’esposizione che dalla tossicità intrinseca dell’agente chimico. 
La misura dell’esposizione è data dalla dose, dalla durata e frequenza dell’esposizione, ma anche dalla modalità di assorbimento.
L’esposizione a grandi quantità (dosi) di agenti chimici di bassa tossicità, così come, per esempio, la soluzione tampone di fosfato, presenta un basso rischio. Di contro piccole quantità di sostanze chimiche con alta tossicità possono causare gravi effetti sull’organismo.
La durata e la frequenza di esposizione sono fattori critici nel determinare il tempo con cui una sostanza chimica può produrre effetti dannosi. 
Infatti in alcuni casi una unica esposizione è sufficiente a provocare, ad esempio, un avvelenamento, in altri casi sono invece necessarie ripetute esposizioni.
Per la maggior parte delle sostanze chimiche la via di assorbimento (attraverso la pelle, gli occhi, il tratto gastrointestinale,il tratto respiratorio) è una importante considerazione nella valutazione del rischio.
Bisogna anche considerare che reazioni chimiche che coinvolgono due o più sostanze possono formare prodotti che sono significativamente più tossici dei reagenti di partenza.
Nell’attività di valutazione del rischio, la possibilità di generare prodotti di reazione tossici può non essere prevista qualora la reazione indotta avviene per miscelazione non intenzionale dei reagenti. 
Per esempio miscelando inavvertitamente una soluzione di formaldeide e acido cloridrico si potrebbe dare origine alla formazione di 1,1 diclorodimetiletere (CH2Cl)2O, un potente agente cancerogeno.
È essenziale allora che il personale di laboratorio sia a conoscenza dei principi di base di tossicologia e sia in grado di riconoscere le principali classi di sostanze chimiche pericolose.

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