Ogni giorno, in Italia, si verificano 2.500 incidenti sul lavoro, muoiono tre persone e 27 rimangono permanentemente invalide. Nel 2007 le morti bianche, secondo i dati Inail, sono state circa 1.200. Oggi sono oltre 800 mila gli invalidi del lavoro e quasi 130 mila i superstiti di caduti sul lavoro. Sono i dati forniti dall’Anmil, l’Associazione nazionale fra i mutilati e invalidi del lavoro, in occasione della 58esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, che si celebra oggi. Cifre, viene sottolineato, che testimoniano la persistente gravità del fenomeno infortunistico, una delle principali cause di morte, e con «quasi il doppio dei decessi rispetto agli omicidi». Una giornata, sottolinea l’Anmil, per richiamare l’attenzione delle istituzioni, delle forze sociali e dei mezzi di informazione sulla questione. Ma anche occasione «per denunciare le drammatiche condizioni di vita» degli invalidi e dei superstiti delle vittime «per i quali è necessario arrestare - chiede l’Anmil - il progressivo deterioramento dei livelli di tutela indennitaria, interrompendo la deriva assistenzialistica verso cui il sistema si sta spingendo negli ultimi anni. Basti pensare che una vedova percepisce in media una rendita di appena 700 euro al mese». Per l’Anmil, allo stesso tempo, deve però «essere un impegno condiviso da tutti quello di arginare il fenomeno degli infortuni sul lavoro, con una vera e responsabile applicazione delle norme per la prevenzione, sia da parte delle aziende che dei lavoratori».
NAPOLITANO - «È doveroso tenere viva l’attenzione al fenomeno, non demordere nell’allarme sulla sua gravità sociale, applicare e migliorare le norme legislative. È, questo, un obiettivo di civiltà che dobbiamo al sacrificio dei tanti caduti, mutilati ed invalidi sul lavoro». Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato all’Anmil. Il Capo dello Stato ricorda infatti che la realtà quotidiana propone «casi drammatici, persino ripetitivi nella loro dinamica, storie personali e familiari di dolore e sofferenze».
FINI E SCHIFANI - «Il fenomeno delle morti bianche costituisce una emergenza sociale assoluta, che offende la coscienza di ognuno di noi ed impone a tutte le istituzioni un deciso impegno volto a porvi urgentemente fine» ha scritto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio indirizzato al presidente dell’Anmil, Pietro Mercandelli.«La sicurezza dei lavoratori rappresenta una priorità assoluta per il nostro paese e questa consapevolezza deve spingerci a un costante impegno per valorizzare e diffondere tra i cittadini una cultura di maggiore attenzione e precauzione negli ambienti lavorativi, dove l’attuazione delle norme a tutela della salute e della vita dei lavoratori deve essere piena ed efficace» ha sottolineato, sempre in un messaggio inviato all’Anmil, il presidente del Senato, Renato Schifani.
Fonte corriere della sera
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Per il ministro, bisogna anche “guardare alla dimensione della piccola impresa, dell’agricoltura, dei cantieri in particolare a quelli abusivi che sono luoghi - ha detto a margine della 58esima giornata nazionale delle vittime sul lavoro - di pericolo immanente per la salute e la sicurezza delle persone”.
Ovviamente, ha sottolineato Sacconi, tenere alta la guardia significa “non soltanto limitarci a chiedere il rispetto degli adempimenti formali ma diffondere investimenti e informazione. La scelta che vogliamo fare - ha concluso il ministro - è alzare molto il livello della capacità della persona di tutelare la propria salute sul luogo di lavoro con più formazione e più informazione”.
“Un interlocutore fermo - rimarca Mercandelli - nell’assoluto diniego rispetto a qualsiasi proposta che possa comportare un esborso dei fondi dell’Inail che pure è in attivo e sono ormai più di 14 i miliardi di euro incamerati dallo stesso Ministero”.
Davanti a questo no, l’Associazione “non intende certamente abbassare la guardia ed arrendersi ai preoccupanti segnali di degrado e marginalizzazione del sistema assicurativo”. L’Anmil annuncia che nei prossimi mesi rinnoverà l’iniziativa popolare per una proposta di delega per un nuovo testo unico dell’assicurazione infortuni.
La Giornata commemorata dall’ANMIL - che da oltre 60 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie oltre 470.000 iscritti - vedrà la celebrazione nazionale in Campidoglio nella prestigiosa Aula Giulio Cesare, dalle ore 10.30 alle 12.30, alla quale parteciperanno le massime cariche istituzionali, a partire dal Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Sen. Maurizio Sacconi.
In rappresentanza del Sindaco Gianni Alemanno ci sarà l’Assessore alle Attività produttive, al Lavoro e al Litorale Davide Bordoni mentre hanno dato la loro adesione alla Giornata: il Presidente dell’INAIL Marco Fabio Sartori; il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle morti bianche Sen. Oreste Tofani; il Vicepresidente della CNA Franco Cambi; il Segretario Generale UGL Renata Polverini; il Segretario Confederale CGIL Paola Agnello Modica; il Segretario Confederale CISL Renzo Bellini e il Segretario Confederale UIL Paolo Carcassi.
Per informazioni sullo svolgimento delle manifestazioni ci si può rivolgere alle Sezioni dell’ANMIL sul territorio.
I lavoratori più colpiti sono stati i marocchini, con 23 mila infortuni, 23 dei quali mortali, in aumento del 3%, seguiti dai rumeni (18 mila infortuni, 41 dei quali mortali, in crescita del 58%) e dagli albanesi (15 mila infortuni, 18 dei quali mortali, con un incremento del 2%).
“La maggiore presenza di manodopera immigrata nei luoghi di lavoro più pericolosi li espone, inevitabilmente, a rischi maggiori – ha sottolineato il demografo dell’Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) Gian Carlo Blangiardo – infatti i lavoratori stranieri si concentrano soprattutto nell’edilizia e in settori del sistema produttivo che prevedono l’uso di ponteggi e gru o alla catena di montaggio”.