Lavori in ambienti sospetti di inquinamento - Sostanze infiammabili e esplosive


SOSTANZE INFIAMMABILI E ESPLOSIVE

Una sostanza infiammabile è una sostanza, sotto forma di gas, vapore, liquido, solido o di una loro miscela, capace di produrre una reazione
esotermica con l’aria a seguito di accensione (UNI EN 13237-2006). Appartengono a tale categoria ad esempio, il metano, il propano, l’acetilene,le benzine, i solventi e le polveri. La reazione esotermica di ossidazione, più nota con il nome di combustione, è caratterizzata da numerosi parametri fisici e chimici; i principali sono i seguenti:

• temperatura di accensione,


• temperatura di infiammabilità,


• limiti di infiammabilità.


L’esplosione è una reazione rapida di ossidazione che produce un aumento della temperatura, della pressione o di entrambe simultaneamente (UNI
EN 13237- 2006) - Liquidi infiammabili Tutti i liquidi sono in equilibrio con i propri vapori che si sviluppano in misura differente a seconda delle condizioni di pressione e temperatura sulla superficie di separazione tra pelo libero del liquido e mezzo che lo sovrasta. Nei liquidi infiammabili la combustione avviene proprio quando, in corrispondenza della suddetta superficie, i vapori dei liquidi, miscelandosi con l’ossigeno dell’aria in concentrazioni comprese nel campo di infiammabilità, sono opportunamente innescati.

Per i liquidi infiammabili occorre tener conto in particolare:


• della tensione di vapore Pv,


• della temperatura di infiammabilità,


• del campo di infiammabilità.


La tensione di vapore di un liquido è un indicatore della tendenza più o meno accentuata ad evaporare a temperatura ambiente.
La temperatura di infiammabilità è importante perché permette di valutare se nelle condizioni di temperatura in cui si trova il liquido (ambientali,di stoccaggio, di processo) esiste il pericolo di esplosione.

- Gas e vapori infiammabili


Per i gas, i vapori e le nebbie infiammabili che, miscelati con l’aria, possono formare atmosfere esplosive, le caratteristiche principali di cui occorre
tener conto sono:

• massa volumica,


• temperatura di accensione,


• campo di infiammabilità.


- Polveri combustibili


Le polveri combustibili sono polveri, fibre o particelle in sospensione, che possono bruciare o incendiarsi nell’aria e potrebbero formare miscele esplosive
con l’aria in condizioni di pressione atmosferica e temperature normali (CEI EN 61241-14). In genere si parla di polveri quando le particelle hanno dimensioni fino ad 1 mm ma si ritiene che, per provocare un’esplosione, debbano avere dimensioni inferiori a 500 micron. La pericolosità delle polveri è associata alla possibilità di formazioni di nubi, che in presenza di una sorgente di accensione possono esplodere. Gli strati, i depositi e gli accumuli di polvere devono essere considerati come possibili sorgenti di nubi, sollevate da spostamenti e movimenti di aria. Esistono polveri combustibili di vario genere, alimentari (ad esempio, farine, zuccheri, foraggi), chimiche (ad esempio, plastiche, detergenti, resine),metallurgiche (ad esempio, alluminio, magnesio). È necessario far eseguire analisi di laboratorio per individuare le caratteristiche delle polveri per quanto concerne l’esplodibilità ed una indagine accurata sulle condizioni fisico-ambientali del sito in cui le polveri sono presenti.

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