Piano nazionale di prevenzione in edilizia -Una linea d’intervento per tutte le Regioni e le Province autonome con controlli, formazione, informazione

Una linea d’intervento per tutte le Regioni e le Province autonome con controlli, formazione, informazione e assistenza

L’infortunio sul lavoro è di casa in edilizia. Dati alla mano, quello delle Costruzioni è il settore nel quale a livello nazionale si concentrano maggiormente, per frequenza e gravità, gli infortuni sui luoghi di lavoro.
Per affrontare in maniera decisa e sistematica le specifiche criticità di salute e sicurezza del settore - nevralgico nello scenario nazionale - è stato predisposto dalle Regioni e condiviso
con i Ministeri della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’INAIL il Piano nazionale di prevenzione in edilizia che vede il coinvolgimento di tutti gli Attori istituzionali e Sociali in una serie di azioni - a livello nazionale e territoriale – coordinate, nell’obiettivo di aggredire il problema a tutto tondo:
incremento dei controlli ispettivi mirati ai rischi principali di infortunio e al lavoro nero e irregolare in logiche di priorità di intervento definite nei piani regionali di prevenzione sugli infortuni da lavoro, formazione e informazione nei confronti dei soggetti interessati, assistenza tecnica e procedurale verso le imprese e i coordinatori della sicurezza.
Obiettivo generale del piano è sicuramente la riduzione degli infortuni in edilizia, in particolare mortali e gravi attraverso l’attivazione di una serie concatenata di azioni in grado di agire su tutti gli aspetti che sono alla base dell’infortunio: cultura della sicurezza, conoscenze tecniche, rispetto della normativa, legalità.
Per la gestione del Piano è stata costituita una cabina di regia nazionale, con il ruolo di coordinamento delle azioni del Piano e delle attività, con compiti di diffusioni delle migliori azioni e di monitoraggio dei risultati.
A livello regionale i collegamenti con la cabina di regia nazionale sarà svolta dai Comitati di Coordinamento previsti dall’art 7 del decreto 81/08 e smi.

Questi i punti nei quali si articola il Piano Nazionale:
VIGILANZA

Sulla base di quattro
parametri
-popolazione residente,

-infortuni gravi,
-addetti al comparto,

-notifiche preliminari
- ad ogni Regione
è stata assegnata la quota di cantieri da ispezionare ogni anno, al fine di raggiungere l’obiettivo di 50.000 cantieri/anno sul territorio nazionale, a fronte di circa 250.000 notifiche preliminari all’anno di apertura cantiere.
A questi numeri vanno aggiunti gli oltre 30.000 cantieri ispezionati dalle Direzioni Provinciali del Lavoro.
L’obiettivo è di creare una sinergia fra l’Organo ispettivo delle ASL e delle Direzioni Provinciali del Lavoro, con l’INAIL e l’INPS per affrontare non solo i problemi di sicurezza ma anche di legalità nei rapporti di lavoro.
Hanno priorità di ispezione i
cantieri che già dall’esterno appaiono sotto il minimo etico di sicurezza,con grave rischio cioè di infortunio grave per caduta dall’altro, sprofondamento,
seppellimento:
ci si pone
l’obiettivo di bloccarli su tutto il territorio nazionale poiché oltre a costituire una fonte di grave rischio di infortunio producono una concorrenza sleale con chi investe in sicurezza.
Con un’opera di formazione capillare degli operatori di vigilanza si intende ridurre le disomogeneità di intervento sul rispetto delle normative, ancora oggi presenti nel territorio nazionale, stabilendo dei minimi comuni da raggiungere progressivamente.

FORMAZIONE

Viene costruito un repertorio nazionale delle iniziativedi formazione che valorizzino le
esperienze delle Istituzioni e delle Parti Sociali - per una “messa a disposizione” di materiali ad alta efficacia formativa,una sorta di kit didattico.

ASSISTENZA
Viene promossa la disponibilità da parte dei soggetti competenti ad assistere Committenti, Coordinatori per la Sicurezza e Imprese (in particolare le Imprese di minori dimensioni) con informazioni, materiali ed anche con contributi di aggiornamento professionale.

BUONE PRATICHE
In collaborazione con i Servizi di Prevenzione delle ASL, i Ministeri e gli Istituti Centrali, gli Enti bilaterali, gli Ordini e i Collegi professionali si avvierà l’archivio delle buone pratiche;
alcune di queste potranno essere proposte come buone prassi come previsto dall’art 2 del decreto 81\08 e smi, le altre serviranno a creare un linguaggio tecnico comune di sicurezza fra chi controlla, chi forma, chi assiste, chi lavora direttamente in cantiere.

INFORMAZIONE
E divulgazione
diffusa e capillare: un complesso di iniziative e di attività, volte a superare le logiche del controllo e della vigilanza, ma soprattutto mirate ad elevare i livelli di conoscenza e conseguentemente di consapevolezza.
In questo quadro rappresenta un passaggio fondamentale la realizzazione di una Campagna – che si avvierà nei prossimi mesi - sul valore sociale della salute e sicurezza nello specifico settore e di informazione come asse del Piano Nazionale, mirata per un verso a “far sapere” al
Paese che esiste il Piano, a polarizzare l’attenzione di tutti i cittadini su una problematica di salute e sicurezza che “riguarda tutti”, e per l’altro a realizzare a livello capillare la piu’ ampia acquisizione di conoscenze finalizzate ad incidere sui comportamenti di imprese, lavoratori e di tutti i soggetti coinvolti.


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