Attività di asfaltatura strade

Attività di asfaltatura strade
Attività di asfaltatura strade
Agenti chimici e cancerogeni: è previsto l’utilizzo di sostanze o preparati attualmente non classificati come cancerogeni o pericolosi per l’uomo (emulsione bituminosa, conglomerato bituminoso), tuttavia i lavoratori possono venire a contatto con sostanze chimiche che si liberano proprio durante la lavorazione: gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), alcuni dei quali sono riconosciuti come cancerogeni o pericolosi. Attualmente non è tecnicamente possibile la sostituzione di tali materie prime nel ciclo produttivo con altre meno pericolose e la lavorazione non è a ciclo chiuso. La metanalisi dei risultati di monitoraggio ambientale e della letteratura ha evidenziato livelli di IPA ben al di sotto di vari ordini di grandezza rispetto ai valori limite professionali e paragonabili a quelli riscontrabili in ambiente urbano. In particolare l’esposizione a benzo(a)pirene, inteso come tracciante degli IPA altobollenti cancerogeni, solo in limitate situazioni si è mostrato superiore al valore guida indicato in Italia per la popolazione generale (1 ng/m3), ma ogni singolo caso è meritevole di appropriata valutazione: valore mediano di 0,4 ng/m3, 5° percentile di 0,1 ng/m3 e 95° percentile di 1,1 ng/m3; non sono state evidenziate differenze significative tra i diversi addetti (asfaltatore manuale, autista, addetto alla vibrofinitrice, addetto al rullo). Sono meritevoli di particolare attenzione le lavorazioni in ambienti chiusi o semi-chiusi (garage, gallerie, ecc.). Durante la stesa di emulsione bituminosa effettuata manualmente è consistente la condizione di imbrattamento cutaneo a causa della nebulizzazione della stessa. L’esposizione ad agenti chimici può avvenire anche in occasione delle opere di manutenzione di attrezzi e mezzi giornaliera; la manutenzione ordinaria e straordinaria, che riguarda soprattutto i motori e gli organi di lavoro soggetti ad usura, viene svolta con periodicità programmata ed in caso di necessità da tecnici specializzati di officine autorizzate.
Agenti chimici - infortuni: l’asfalto è commercializzato a temperature superiori ai 100°C: le temperature di stesa più elevate si hanno nell’asfalto modificato (fino a 140°C). Risulta possibile la formazione di idrogeno solforato nelle cisterne dell’emulsione bituminosa.
Agenti chimici - incendio/esplosione: il rischio di incendio non coinvolge direttamente il
conglomerato bituminoso, che è da ritenersi fondamentalmente non combustibile, bensì l’emulsione bituminosa che comunque è considerabile un combustibile a basso rischio, privo di reattività pericolosa, che può formare miscela infiammabile e bruciare con fiamma viva solamente se riscaldato a temperatura superiore al punto di infiammabilità (maggiore di 200-250°C). Né l’asfalto, né l’emulsione bituminosa sono dotati di proprietà esplosive. Impianti di gas combustibile sono presenti per alimentare sistemi di riscaldamento (piastra vibrofinitrice, cisterne emulsione bituminosa). Nel complesso il rischio di incendio può essere considerato a livello basso o medio.
Rumore: il rischio è stato sensibilmente ridotto con l’introduzione di macchinari di nuova concezione dotati di sistemi fonoassorbenti. I livelli equivalenti riscontrati nelle postazioni di guida di autocarri variano da 75 a 83 dBA, durante l’allestimento del cantiere da 59 a 70 dBA, durante la fresatura del manto da 85 a 94 dBA, durante l’uso di tagliasfalto a disco da 93 a 103 dBA, al posto di guida della vibrofinitrice da 87 a 90 dBA, al posto di controllo della piastra della vibrofinitrice da 89 a 92 dBA, nella postazione dell’operatore manuale nei pressi della vibrofinitrice da 83 a 86 dBA, al posto di guida del rullo da 86 a 89 dBA e durante l’uso della piastra vibrante manuale (“talpa”, “rana”) da 71 a 92 dBA. L’esposizione quotidiana dei lavoratori risulta compresa nella maggior parte dei casi per l’asfaltatore autista tra 79 e 84 dBA, per l’asfaltatore manuale tra 78 e 85 dBA, per l’addetto al rullo tra 84 e 90 dBA, per l’addetto alla vibrofinitrice tra 85 e 90 dBA, ma ogni singolo caso è meritevole di appropriata valutazione.
Scuotimenti: il rischio si può presentare generalmente nella conduzione di fresatrice, camion, vibrofinitrice e rullo. I valori di accelerazione ponderata in frequenza delle vibrazioni equivalente a 8 ore di lavoro A(8) applicata alle moderne macchine oggi utilizzate sono in genere inferiori a 0,5 m/s2, ma ogni singolo caso è meritevole di appropriata valutazione. In particolare i range del vettore massimo (AWmax) del valore quadratico medio dell’accelerazione ponderata in frequenza, riscontrabili sono utilizzando fresatrice di 0,3-1,1 m/s2, camion su asfalto di 0,3-0,5 m/s2, camion su strada sterrata di 0,4-1,7 m/s2, vibrofinitrice al posto di guida di 0,3-0,6 m/s2 e rullo di 0,3-0,6 m/s2.
Vibrazioni: il rischio si può presentare limitatamente ad alcune fasi lavorative specifiche
che prevedono l’utilizzo di strumenti vibranti (piastra vibrante manuale, tagliasfalto a disco), per altro dotati di accorgimenti progettuali atti a minimizzare la trasmissione delle vibrazioni al sistema mano-braccio dei lavoratori. I valori di accelerazione ponderata in frequenza delle vibrazioni equivalente a 8 ore di lavoro A(8) applicata alle moderne macchine oggi utilizzate sono in genere inferiori a 2,5 m/s2. In particolare i range del vettore massimo (AWmax) del valore quadratico medio dell’accelerazione ponderata in frequenza, riscontrabili sono utilizzando piastra vibrante manuale (“talpa”, “rana”) di 1,8-7,2 m/s2
e tagliasfalto a disco di 2,2-4,3 m/s2.
Microclima: le lavorazioni si svolgono sia in ambiente confinato (guida di mezzi con cabina) che in ambienti esterni (esposizione ad agenti atmosferici). I mezzi d’opera sono in genere dotati di impianto di climatizzazione o condizionamento. In particolare in estate ci si trova di fronte alla situazione più pericolosa: la combinazione delle temperature stagionali elevate, con la temperatura radiante e con l’intenso lavoro possono arrecare non solo discomfort, ma rischi per la salute più importanti.
Polvere: polverosità nell’aria si può presentare soprattutto durante la fresatura, dove possono essere raggiunti anche livelli di polverosità molto rilevanti ma sempre per tempi contenuti. Per quanto riguarda le fasi di stesa la metanalisi dei risultati di monitoraggio ambientale e della letteratura ha evidenziato livelli di polvere inalabile al di sotto di un ordine di grandezza rispetto ai valori limite professionali suggeriti da enti internazionali per polveri non altrimenti classificate, senza differenze significative tra i diversi operatori (autisti, asfaltatore manuale, addetto alla vibrofinitrice, addetto al rullo): valore mediano 0,50 mg/m3, range 0,01-2,50 mg/m3. 
Agenti biologici: durante le operazioni che si svolgono in ambiente esterno è possibile contatto in particolare con Clostridium Tetani, le cui spore sono ubiquitariamente diffuse
nel suolo, nelle acque e nel pulviscolo atmosferico. Radiazione solare ultravioletta: relativamente al lavoro all’aperto gli operatori sono esposti alla radiazione solare.
Movimentazione carichi con macchine: sollevamento di carichi in altezza mediante macchine è possibile durante le operazioni di scarico/carico delle attrezzature in cantiere. Movimentazione carichi manuale: la movimentazione di carichi manuale si presenta nell’asfaltatore manuale impegnato nell’utilizzo di pale; tali lavorazioni sono in genere diluite durante la giornata e solitamente non comportano un sollevamento di pesi superiori ai 20 Kg per persona. Maggiori carichi sono movimentati in relazione ai fusti di emulsione bituminosa.
Danni attesi
Considerato l’utilizzo di macchine, l’ambiente di lavoro e la movimentazione di carichi
con macchine sono attesi danni acuti conseguenti ad infortunio: urti, impatti, compressioni, cesoiamento e stritolamento, investimento di pedone, scivolameno, caduta a livello, caduta di gravi dall’alto. La presenza di materiale ad alta temperatura rende possibile ipotizzare danni acuti da getti e schizzi con ustione conseguente. Considerata la possibile esposizione ad agenti chimici irritanti sono ipotizzabili danni a carico dell’apparato respiratorio (particolare attenzione all’idrogeno solforato per la possibilità di avvelenamento acuto ed alle polveri durante alcune fasi lavorative). Considerata la possibile esposizione ad agenti cancerogeni chimici (IPA) e fisici (radiazione solare UV) è ipotizzabile l’insorgenza di tumori con probabilità paragonabile o meno alla popolazione generale secondo le singole situazioni. Considerato l’utilizzo di macchine con produzione di rumore sono ipotizzabili danni a carico dell’apparato uditivo con probabilità variabile secondo le singole situazioni. Considerato l’utilizzo di macchine e attrezzature che comportano la presenza di scuotimenti e vibrazioni nonché la presenza di movimentazione manuale di carichi, sono ipotizzabili danni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico con probabilità variabile secondo le singole situazioni. Considerato che l’attività è svolta in condizioni microclimatiche non agevoli e con impegno fisico notevole, è ipotizzabile il concretizzarsi di situazioni che vadano oltre il discomfort. Considerate le caratteristiche dell’ambiente di lavoro (microclima, macroclima, radiazione solare, punture di insetti), sono ipotizzabili episodi di colpi di sole, colpi di calore, prostrazione da calore, nonché l’occorrenza di punture di insetti con possibile reazione allergica. I ritmi di lavoro imposti potrebbero portare a situazioni di scompenso, accompagnate eventualmente da possibili manifestazioni somatiche da stress.

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