RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI

RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI
RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI (CHECKLIST E INDICE OCRA)
Le malattie da sforzi e movimenti ripetuti rappresentano un vasto gruppo di affezioni a carico delle strutture osteo-muscolo-neuro-tendinee e delle borse articolari (WMSDs Work-related Musculo-Skeletal Disorders) correlate ad attività lavorative che si caratterizzano per la presenza di un costante impegno funzionale dell'arto superiore (spalla, gomito, mano, polso).
Le patologie derivano dal fatto che l'esecuzione ciclica della stessa sequenza d'azioni comporta la stessa sequenza di movimenti delle articolazioni degli arti superiori, con il conseguente rischio di sovraccarico biomeccanico. Per sovraccarico biomeccanico s'intende il fatto che le strutture delle articolazioni delle braccia (tendini; nervi, vasi sanguigni ecc.) sono state "progettate" per effettuare dei movimenti con una soglia limite di velocità, di durata, di posture, di applicazione di forza ecc. Se si supera questa soglia i tendini s'infiammano, aumentano di volume ed esercitano una pressione sui nervi e sui vasi sanguigni; si crea, cioè, una situazione di sovraccarico biomeccanico degli asti superiori.
Se la situazione di sovraccarico dura nel tempo si verificano prima dei sintomi dolorosi ed, in seguito, delle vere e proprie patologie con riduzione anche della capacità funzionale delle braccia.
I principali fattori di rischio da considerare e quantificare in relazione alla durata del tempo netto di lavoro ripetitivo sono i seguenti:
• frequenza di azione elevata;
• uso eccessivo di forza;
• posture e movimenti incongrui degli arti superiori;
• carenza di periodi di recupero adeguati;
• fattori complementari (che in relazione alla durata sono considerati come amplificatori del rischio).

Per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori si può adottare la Check-list OCRA, derivata dal metodo OCRA Index (Occupational Ripetitive Action Index) riportato dalla norma tecnica UNI ISO 11228-3 Ergonomia; Movimentazione manuale, Parte 3.
La suddetta norma è finalizzata a definire le raccomandazioni ergonomiche
per i compiti di lavoro ripetitivi che coinvolgono la movimentazione
manuale di carichi leggeri ad alta frequenza. La norma citata nel D.Lgs. n. 81/08 e s.m.i., Titolo VIMovimentazione manuale di carichi”, Allegato XXXIII “Riferimenti a norma tecniche”, propone come metodo valutativo preferenziale l’OCRA Index.
Quest’ultimo considera i fattori di rischio identificati dalla letteratura tecnica, è applicabile a lavori multicompito e fornisce una previsione dell’insorgenza di disordini muscolo-scheletrici lavoro-correlati degli arti superiori (UL-WMSD) nella popolazione lavorativa.
Il metodo individua, attraverso valori numerici pre-assegnati, crescenti in funzione dell’aumentare del rischio, i punteggi relativi a tre fattori principali: frequenza di azione, applicazione di forza ed assunzione di posture incongrue/presenza di stereotipia
- e a quelli complementari. Alla somma dei suddetti punteggi vengono applicati due moltiplicatori, uno relativo alla durata del lavoro ripetitivo e l’altro riguardante la carenza di tempi di recupero.
Proprio quest’ultimo fattore è stato modificato da fattore additivo a moltiplicatore al fine di aumentare l’aderenza dei risultati della Check-list OCRA a quelli del metodo OCRA Index e di valorizzare l’efficacia
degli interventi migliorativi. Il confronto fra l’indice di rischio stimato (considerando sia l’arto superiore destro che quello sinistro) ed i valori dell’indice Check-list OCRA riportati in fasce differenziate, consente di definire il livello di rischio.

La valutazione dei rischi da sovraccarico biomeccanico segue i seguenti punti:
• individuazione dei compiti ripetitivi, ossia quei compiti che per tempi significativi seguono cicli ripetuti uguali a se stessi per più della metà del tempo lavorativo;
• individuazione per ogni compito ripetitivo della sequenza e del numero delle azioni tecniche;
• quantificazione per ciascun compito ripetitivo dei fattori di rischio: frequenza, forza, posture incongrue, stereotipia e fattori complementari.
Va inoltre dettagliato, ai fini della valutazione dei rischi, per ogni turno di lavoro:
• l’orario con la durata del turno ufficiale ed effettivo;
• numero di compiti ripetitivi svolti nel turno;
• presenza di compiti non ripetitivi;
• presenza di pause programmate o interruzioni di attività;
• presenza di opportuni tempi di recupero, interni al ciclo.
I principali fattori di rischio da analizzare, che possono essere causa delle patologie muscolo-scheletriche degli arti superiori, sono: frequenza e ripetitività dei compiti lavorativi, un uso eccessivo della forza manuale, la necessità di operare in posizioni scorrette ed incongrue per gli arti superiori (spalla, gomito, polso, mano), la presenza di fattori complementari di rischio e la carenza di adeguati tempi di recupero.
 Di seguito sono elencati:
Frequenza e ripetitività
La ripetitività è l’esecuzione di movimenti identici o molto simili eseguiti ad elevata frequenza.
L’analisi della frequenza d’azione comporta la descrizione della frequenza delle azioni tecniche svolte dagli arti superiori durante lo svolgimento di un compito lavorativo (numero di azioni al minuto). Alte frequenze di azione (una o più azioni al secondo) risultano già di per sé pericolose anche in assenza degli altri fattori di rischio.
Forza
La forza è l’azione meccanica necessaria per compiere uno specifico movimento, mantenere una postura, movimentare un carico. E’ influenzata da: postura, coefficiente di attrito, rapidità di esecuzione dello sforzo, caratteristiche dell’individuo.
I metodi di misura della forza sono:
• Misura diretta: dinamometro o sensori di pressione posti nella sede di contatto tra la mano e l’oggetto;
• Stima (analisi del compito): peso sollevato, collocazione dell’oggetto nella postazione di lavoro, distanza percorsa mantenendo l’oggetto sollevato e il tempo impiegato per compiere l’azione;
• Metodi psicofisici: valutazione della percezione dell’individuo del limite di sforzo accettabile (scala di Borg); scala analogica che esprime la percezione dello sforzo compiuto
Posture e movimenti
La postura è l’atteggiamento abituale del corpo e dei diversi distretti corporei. Per ciascuna articolazione esiste un’area ottimale nell’ambito della quale è possibile compiere uno sforzo con la minima fatica e il minimo sovraccarico dei tessuti. E’ il parametro che maggiormente influisce sul rischio connesso al lavoro con movimenti ripetitivi, infatti, un’attività può essere considerata maggiormente usurante se i movimenti avvengono in posizioni incongrue del corpo o di alcuni distretti corporei. Pertanto, allontanandosi dalla postura ottimale (posture incongrue o estreme), il compito lavorativo risulta più affaticante a causa di:
• sovraccarico legamenti articolari;
• compressione strutture vascolari e/o nervose;
• variazione geometria dei muscoli;
• riduzione delle capacità funzionali.
Fattori complementari
Si tratta di una serie di fattori lavorativi che si presentano in modo più occasionale. Qualora presenti,tuttavia,essi vanno attentamente considerati in quanto possono svolgere un ruolo non secondario nel determinare il rischio.
Di seguito ne sono elencati alcuni:
• Estrema precisione del compito
• Compressione localizzate in strutture dell’arto superiore
• Esposizione a temperature molto fredde
• Uso di guanti inadeguati
• Presenza di movimenti bruschi o a strappo
• Uso di strumenti vibranti
Carenza dei tempi di recupero
Sono periodi di recupero quelli in cui c’è una sostanziale inattività dei gruppi muscolari altrimenti coinvolti in azioni lavorative comportanti movimenti ripetuti o movimenti in posizioni non neutrali di un segmento anatomico.
Come periodi di recupero possono essere considerati:
• le pause di lavoro, compresa la pausa pasto;
• i tempi passivi di attesa fra lo svolgimento di un ciclo e il successivo (almeno dieci secondi consecutivi);
• i periodi di svolgimento di compiti comportanti controllo visivo.

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