A giudizio i 6 manager della Thyssen
Sono stati tutti rinviati a giudizio i sei imputati per il rogo alla ThyssenKrupp che causò lo scorso 6 dicembre la morte di 7 operai. L'amministratore delegato Harald Espenhanh risponderà di omicidio volontario. Assieme all'ad della Tthyssenkrupp sono stati rinviati a giudizio anche altri cinque manager del gruppo con l'imputazione di omicidio volontario con dolo eventuale. Lo ha deciso il gup Francesco Gianfrotta accogliendo in tutto le richieste del procuratore Raffaele Guariniello al termine di una camera di consiglio durata circa 2 ore. Il dibattimento comincerà presso la corte d'Assise di Torino il 15 gennaio. E' la prima volta in italia che l'accusa di omicidio volontario entra in un processo per una tragedia su lavoro. l processo riguarderà, oltre ai sei imputati, anche l'azienda nella veste di persona giuridica. L'ordinanza del gup è stata accolta con soddisfazione dai parenti delle vittime e dai rappresentanti delle parti lese che sono usciti dall'aula affermando: 'Questa e' la prima vittorià.
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Fonte Corriere
«CAMBIARE IMPUTAZIONE» - Diversa, ovviamente, la posizione della difesa. Per l'avvocato torinese Ezio Audisio, legale dell'amministratore delegato della Tyssen Krupp Harald Espenhanh, si tratta di una decisione «che ovviamente non auspicavamo ma che rispettiamo, restando convinti che questa disposizione di giudizio troverà un suo ridimensionamento, una sua ricollocazione in tematiche più consone a questo e ad altri casi analoghi». «Trattandosi di un rinvio a giudizio - prosegue l'avvocato Audisio - quella del giudice è una decisione che non entra nel merito delle responsabilità ma dice solo che si vada a giudizio. Noi - ricorda il legale - non abbiamo mai chiesto che non si facesse il giudizio, ma solo che lo si facesse su un altro capo di imputazione, di tipo colposo. Al momento il giudice non ha condiviso questa impostazione, ma noi restiamo convinti che la nostra tesi possa trovare accoglimento nel seguito del processo quando si affronterà il merito della questione».
MOTIVAZIONI - Nelle motivazioni del gup, si legge che «l'amministratore delegato della Thyssenkrupp si è rappresentato la concreta possibilità del verificarsi di infortuni anche mortali sulla linea Apl5» dello stabilimento di Torino, e ha «accettato il rischio». Secondo il giudice, Espenhahn - nonostante fosse a conoscenza dei problemi - «prendeva dapprima la decisione di posticipare dal 2006/2007 al 2007/2008 gli investimenti antincendio per lo stabilimento di Torino pur avendone già programmata la chiusura», e poi «la decisione di posticipare l'investimento per l'adeguamento della linea 5 (raccomandata dall'assicurazione, dai vigili del fuoco e da un organo aziendale, il Wgs - ndr) ad epoca successiva al suo trasferimento da Torino a Terni».
Per il procuratore aggiunto Guariniello si tratta di "una sentenza storica". "Non è mai successo -ha detto- che si sia arrivati al rinvio a giudizio sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche, riconoscendo in un caso anche l'omicidio volontario". La decisione del giudice ha suscitato gli applausi dei parenti delle vittime alcuni dei quali sono usciti dall'aula, gridando "grazie Guariniello" ed "è solo l'inizio devono andare in galera".
L'udienza è fissata per il 15 gennaio in Corte d'Assise, dove per la prima volta approda un processo per le 'morti bianche'.
Fonte Il Tempo
Morti il direttore e un operaio
A causa dell'esplosione di un macchinario sono morti il direttore dello stabilimento «Marconi Gomma» di Sasso Marconi, Fabio Costanzi di 56 anni, e un operaio indiano di 45, Iadav Ramjaz. Quattro gli operai rimasti feriti
avvenuta nel primo pomeriggio nella fabbrica «Marconi Gomma» di Sasso Marconi, sull'Appennino bolognese. Secondo quanto si è appreso i due stavano lavorando ad una nuova mescola in gomma quando è avvenuta l'esplosione.
Il 56enne è direttore della produzione, di origine milanese e viveva a Grizzana Morandi, sempre sull'Appennino bolognese.L'indiano invece lavorava in quella fabbrica da molti anni e ultimamente era riuscito a ottenere il ricongiungimento familiare. I tre operai feriti sono un marocchino e due tunisini e sono lievi.
Il tasso di occupazione in Italia (58,7%) resta lontano dagli obiettivi di Lisbona ed è inferiore alla media dei Paesi Ue (65,4%), ma per i prossimi quattro anni le stime occupazionali segnalano un aumento di 1,2 milioni di unità. Cresce, inoltre, l'effetto-scoraggiamento che, solo nel Mezzogiorno, conta un +8,1% di inattivi tra il 2000 e il 2007. Restano ancora numerosi i gap del mercato del lavoro italiano, secondo il Rapporto 2008 dell'Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), presentato oggi a Roma. Consistente resta la quota del sommerso: il Rapporto stima infatti in un milione 480mila individui la portata del lavoro maschile sommerso e irregolare, con quote elevate nel settore dei servizi (64%) e nel Mezzogiorno (50,3%). Di segno positivo, invece, le previsioni occupazionali dell'Isfol al 2012 che stimano un aumento di un milione e 200 mila unità, concentrate in alte professionalità e basse qualifiche professionali. Intanto, nuovi soggetti deboli si affacciano sul mercato del lavoro.
Riguardo alla quota femminile: atipicità, discontinuità e inattività descrivono la relazione tra donne e mercato del lavoro e l'Italia dista più di 10 punti dall'obiettivo di Lisbona di un'occupazione "in rosa" per il 60%. Sul fronte formazione, dal Rapporto emerge che per la prima volta in Italia i lavoratori diplomati raggiungono il 60% della forza lavoro complessiva. E sono in aumento anche i lavoratori in possesso di un titolo universitario (15,7%). Ma cresce al contempo il numero dei teen ager italiani "dispersi": sono 150-155milan gli adolescenti che non sono inseriti in alcun percorso formativo. Resta quindi negativo il dato sull'abbandono scolastico e formativo dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni che rimane circa il doppio rispetto al 10% fissato a Lisbona.
"Gli indicatori su lavoro e formazione mostrano segnali positivi ancora evidenti nel 2007, mentre tutti gli indicatori volgono al peggio nel corso del 2008", ha commentato il presidente dell'istituto, Sergio Trevisanato. "Sul fronte del mercato del lavoro, dopo oltre un decennio di performance positive, è sopraggiunta una fase di rallentamento che quasi sicuramente avrà segno negativo nei prossimi mesi". Una situazione di emergenza, dunque, in cui, raccomanda l'Isfol, è bene che prevalgano "riforme incisive e durature". Innanzitutto, bisogna affrontare la questione degli ammortizzatori sociali, "per contrastare possibili iniquità e situazioni di criticità non presidiate". "Occorrono valide misure di accompagnamento nei passaggi dall'inattività o dalla disoccupazione al lavoro", ha aggiunto Trevisanato, "grazie a una maggiore copertura e una più elevata qualità delle politiche attive, nell'ottica del welfare to work".
"Andiamo incontro a un anno molto difficile nel quale probabilmente crescerà la disoccupazione, che potrà colpire soprattutto le parti deboli del mercato del lavoro", ha commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervenendo alla presentazione del rapporto. Proprio in vista di questo scenario fortemente pessimistico, secondo l'esponente del governo, è necessario "provvedere allargando i fruitori degli ammortizzatori sociali, come l'indennità di mobilità e le casse integrazioni in deroga. Interventi che faremo con le manovre nei prossimi giorni". "L'occupazione femminile è cresciuta più di quella maschile grazie alle leggi Treu-Biagi, ma rimane ancora molto bassa", ha concluso Sacconi. Secondo il ministro una soluzione potrebbe essere, così, quella di "aprire sui servizi di cura sull'infanzia, incentivandoli molto di più attraverso le reti interfamigliari, perché l'orario rigido tende a punire la donna che lavora".
L'incidente di ieri è solo l'ultimo di una lunga serie che, nell'ultimo anno, ha caratterizzato il settore gomma. Anche se l'andamento è leggermente decrescente dal 2005 a oggi ( -2,7% nel triennio) ogni anno si contano, infatti, poco più di 11mila infortuni. Per quanto riguarda, invece, gli incidenti mortali l'andamento nel triennio è altalenante : in media 15 morti l'anno, di cui però il 40% avvenuti in itinere, nel tragitto casa-lavoro-casa. Nel 2007, in particolare, su 16 infortuni mortali 9 sono avvenuti in occasione di lavoro e 7 in itinere.
Rispetto alla media dell'Industria e Servizi in termini relativi (indici di frequenza) l'indice complessivo è nettamente superiore (+46,1%); mentre è leggermente inferiore per gli infortuni gravi (-1,2%) e nettamente inferiore (- 50%) per gli infortuni mortali (indici calcolati al netto degli itinere).