In specifico, le priorità nell'igiene e sicurezza del lavoro sono tratte da studi epidemiologici analitici, dati di sorveglianza sulla salute occupazionale (indicatori di mortalità, morbosità, invalidità lavorativa, malattie professionali e infortuni, altre patologie associate al lavoro, assenze per malattia, sintomi), esposizioni a rischi professionali (prevalenza e intensità di esposizione a fattori fisici, chimici, ergonomici, psicologici, psicosociali).Il risultato finale è la predisposizione di una lista con i principali rischi e danni da lavoro identificati in generale dalle maggiori agenzie OSH, ma attinenti il territorio regionale attraverso la raccolta dei pareri degli operatori SPreSAL del Piemonte.
L’elenco delle priorità è declinato secondo: la frequenza delle malattie potenzialmente associate ai fattori di rischio identificati, il livello di conoscenza sul loro nesso causale nella letteratura specializzata, la proporzione di malattia attribuibile ai vari fattori di rischio, la diffusione e la prevedibilità dell’esposizione nella popolazione occupata.
ANALISI PER COMPARTO PRODUTTIVO
Nel secondo rapporto viene condotta per singolo comparto produttivo la valutazione dell’impatto sulla salute dei principali rischi e danni da lavoro. Il lavoro è stato curato dal Servizio Sovrazonale di Epidemiologia dell’ASL TO3, in collaborazione con il Dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e Medicina del Lavoro dell’Università di Torino - Sezione di Medicina del Lavoro.L’analisi si è limitata a rischi e patologie da lavoro, identificati sulla base di quanto riportato dalle principali agenzie nazionali OSH e di quanto percepito dagli operatori SPreSAL del Piemonte. Si sono pertanto presi in esame i seguenti fattori di rischio:
* tumori professionali; * asma professionale; * malattie muscoloscheletriche dell’arto superiore e della schiena da sovraccarico biomeccanico; * ipoacusia da trauma acustico cronico; * esiti riproduttivi; * infortuni; * broncopneumopatie ostruttive da esposizione a broncoirritanti; * malattie cardiovascolari e psichiatriche da esposizione a stress sul lavoro.
Tenendo conto dell’uniformità di esposizione degli addetti ai fattori di rischio considerati, si sono selezionati 24 comparti tra i più rappresentati in Piemonte. Si è, quindi, effettuata una valutazione semi-quantitativa dell’impatto dei rischi sulla salute nei diversi comparti produttivi. La valutazione prevedeva l’assegnazione di punteggi da 0 a 3 ad una serie di caratteristiche del problema di sanità pubblica da valutare, all’interno di ogni comparto produttivo.
Queste caratteristiche comprendevano:
* frequenza e gravità delle patologie considerate nella popolazione generale; * forza dell’associazione tra esposizione professionale e occorrenza delle patologie; * diffusione e livello dell’esposizione nei diversi comparti; * proporzione di addetti di ogni comparto rispetto al totale degli addetti sul territorio regionale; * prevenibilità dell’esposizione; * fattibilità dell’effettuazione di interventi preventivi nel comparto.
I punteggi relativi ai vari criteri sono stati attribuiti sulla base dei giudizi di un epidemiologo occupazionale e di un medico del lavoro, secondo la metodologia di “expert assessment”, quando possibile supportati da fonti fattuali tra quelle valutate attendibili sul piano scientifico e di letteratura.Questo approccio ha permesso di calcolare un indice sintetico con il quale confrontare i comparti produttivi riguardo all’impatto sulla salute dovuto ai vari fattori di rischio presenti, tenendo conto sia della disponibilità di soluzioni preventive per ridurne diffusione e intensità di esposizione, sia delle difficoltà reali di applicazione di tali soluzioni in ogni comparto.In generale, l’analisi mostra che gli infortuni continuano ad essere il principale problema di sanità pubblica, tra quelli relativi all’igiene e sicurezza del lavoro. I comparti che meritano maggiore attenzione risultano in ordine decrescente, come atteso, la metalmeccanica, l’edilizia, il legno, la sanità, il settore gomma e plastica, quello dei trasporti, l’agricoltura e il tessile. A eccezione dei settori gomma e plastica e dell’industria del legno, gli altri comparti sono caratterizzati da un elevato numero di occupati, elemento che condiziona l’impatto previsto da eventuali interventi preventivi e li posiziona ad un rango elevato di priorità.
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