Dal 1996 in Italia vige il “diritto alla protezione dei dati personali” a cui comunemente ci si riferisce come “Legge sulla Privacy”: infatti il 31 dicembre 1996 è entrata in vigore la legge n. 675 “Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali”. Nel 2003 tale legge è stata abrogata e sostituita dal decreto legislativo 196/03 noto come “Codice in materia di protezione dei dati personali” entrato in vigore il primo gennaio 2004.
Il primo articolo del Codice chiarisce cosa si intende per privacy nell’ordinamento italiano; recita infatti tale articolo: “chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano”. Tale protezione consiste nella garanzia che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell'interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all'identità personale ed al diritto alla protezione dei dati personali.
Va chiarito che lo spirito della legge non è impedire il trattamento dei dati personali ma evitare che questo avvenga contro la volontà dell'avente diritto, ovvero secondo modalità “pregiudizievoli”. Il Codice, in pratica, definisce la modalità di raccolta dei dati, gli obblighi di chi raccoglie, detiene o tratta dati personali e le responsabilità e sanzioni in caso di danni.
Nel 1997 è stato costituito il “Garante per la protezione dei dati personali”, un organo collegiale composto da quattro membri eletto dal Parlamento che ha il compito di vigilare sul rispetto delle norme sulla privacy. Alle dipendenze del Garante è posto un Ufficio con un organico di circa 100 unità.
Il Garante ha sintetizzato i contenuti delle norme sulla privacy come segue.
• I dati personali sono una proiezione della persona. La legge tutela la riservatezza, l’identità personale, la dignità e gli altri nostri diritti e libertà fondamentali.
• Il trattamento dei dati che ci riguardano deve rispettare le garanzie previste dalla legge.
• La prima garanzia è la trasparenza. Ognuno di noi ha il diritto di “sapere”. Il diritto di conoscere se un soggetto detiene informazioni, di apprenderne il contenuto, di farle rettificare se erronee, incomplete o non aggiornate.
• Conoscere i nostri diritti e il modo per farli valere è semplice.
Commenti