Cala il numero degli infortuni nel 2009 fra i lavoratori marittimi. Lo scorso anno, gli infortunati sono stati 1.264 contro i 1.340 del 2008 in diminuzione del 5,7% rispetto al 2008, quando gli incidenti erano calati dell’8% tendenziale. In calo anche gli infortuni mortali: lo scorso anno sono morti cinque marittimi, tre dei quali nel settore pesca, uno nel naviglio ausiliario e uno nella categoria passeggeri, contro sei decessi del 2008 e dei quali quattro nel settore carico, uno nella pesca e uno nel settore passeggeri.
Gli infortuni si sono verificati prevalentemente nelle categorie del naviglio passeggeri (54,6%), in quella del carico o trasporto merci (16,9%) ed in quella della pesca (15,8%). Per gli altri settori - carico, rimorchiatori e naviglio ausiliario - si registra, invece, una flessione rispettivamente del 21,3, del 17,7 e del 48,6%. Il solo comparto in crescita, in termini di numero di infortuni, è quello della pesca (+16,3%), settore che dopo una forte flessione degli eventi registrata nel 2008 (-22%) è tornato quasi ai livelli medi degli anni precedenti. E sempre la pesca risulta il settore maggiormente colpito dagli eventi mortali, il 68% dal 2003 al 2009. Nel lavoro marittimo la presenza delle donne è ancora molto limitata ed è concentrata prevalentemente nella categoria di naviglio passeggeri dove si rileva annualmente il maggior numero di infortuni tra le donne marittime, pari, nel 2009, al 3,2% degli infortuni avvenuti nell’anno. La media dell’età degli infortunati è leggermente aumentata negli ultimi due anni: nel 2009 l’età media è pari a 42,6 anni, contro i 41,5 anni rilevati sugli infortunati nel 2008. Per quanto riguarda le qualifiche professionali, ogni anno si rileva che oltre il 40% degli infortuni è avvenuto a carico di marinai, piccoli e mozzi-allievi comuni polivalenti, situazione che risulta confermata anche nel 2009.
Gli infortuni si sono verificati prevalentemente nelle categorie del naviglio passeggeri (54,6%), in quella del carico o trasporto merci (16,9%) ed in quella della pesca (15,8%). Per gli altri settori - carico, rimorchiatori e naviglio ausiliario - si registra, invece, una flessione rispettivamente del 21,3, del 17,7 e del 48,6%. Il solo comparto in crescita, in termini di numero di infortuni, è quello della pesca (+16,3%), settore che dopo una forte flessione degli eventi registrata nel 2008 (-22%) è tornato quasi ai livelli medi degli anni precedenti. E sempre la pesca risulta il settore maggiormente colpito dagli eventi mortali, il 68% dal 2003 al 2009. Nel lavoro marittimo la presenza delle donne è ancora molto limitata ed è concentrata prevalentemente nella categoria di naviglio passeggeri dove si rileva annualmente il maggior numero di infortuni tra le donne marittime, pari, nel 2009, al 3,2% degli infortuni avvenuti nell’anno. La media dell’età degli infortunati è leggermente aumentata negli ultimi due anni: nel 2009 l’età media è pari a 42,6 anni, contro i 41,5 anni rilevati sugli infortunati nel 2008. Per quanto riguarda le qualifiche professionali, ogni anno si rileva che oltre il 40% degli infortuni è avvenuto a carico di marinai, piccoli e mozzi-allievi comuni polivalenti, situazione che risulta confermata anche nel 2009.
Oltre il 57% degli eventi infortunistici nel 2009, come negli anni passati, si è verificato in mare aperto e lo scorso anno il maggior numero di infortuni si è verificato nei mesi di agosto e settembre.
Scivolate (31% dei casi) e cadute dall’alto (23% dei casi), complessivamente il 54% dei casi, sono fra le cause degli incidenti. La maggior parte degli infortuni si è verificata durante lo svolgimento di servizi di coperta (19,1% dei casi); attività legate alla ristorazione e agli altri servizi complementari di bordo (14,3% dei casi); servizi di macchina (12,9%); operazioni di ormeggio, disormeggio e rimorchio (11%); attività legate alla pesca, quali il maneggio di reti ed altri arnesi da pesca, la raccolta e la manipolazione del pescato (10,1%).
Gli organi colpiti più frequentemente nel 2009, analogamente agli anni passati, sono gli arti inferiori (23,4% dei casi) e mani e dita (18,8%). Il maggior numero di lesioni, come negli anni scorsi, è del tipo contusioni, escoriazioni, abrasioni.
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