Solo a Roma e provincia sono stati visitati ben 255 cantieri, ossia l'83, 5 % di quelli visitati nel Lazio, 310 in tutto. Il restante 16, 5 % riguarda le restanti province della regione: questi i risultati di un'indagine condotta dall'Asc, l'Associazione per la Sicurezza delle Costruzioni del Lazio.
Il rilevamento è servito per capire qual è il livello, in percentuale, delle inadempienze nei cantieri della regione. Il quadro che ne deriva è a dir poco sconfortante: l'84, 4 % dei cantieri presentava un'inadempienza: parapetti assenti o non a norma (44,9%), ponteggi non bene ancorati o inidonei allecaratteristiche del terreno (31,9%), soggetti dunque a smottamenti e cedimenti, passerelle
improvvisate o di fortuna (11,4%), impianti elettrici inadeguati (37,1%), scavi non protetti (5,9%), segnaletica insufficiente (3,6%), viabilità ostruita o non in ordine (13%), assenza presso il cantiere della documentazione di legge (11,7%), insufficiente utilizzo dei dispositivi individuali di protezione (15%).
I cantieri inadempienti sono stati immediatamente segnalati e solo il 74 % di questi ha provveduto a mettersi in regola, mentre la percentuale restante, rappresentata soprattutto da aziende irregolari esterne a qualunque sistema di contrattazione, hanno dovuto richiedere il forzato intervento della Asl e dell'ispettorato. Numeri allarmanti se si pensa alle migliaia di morti sul lavoro che avvengono ogni anno in Italia: solo ne Lazio nel 2010, su 740 inchieste d'infortuni, ben 213 si sono concluse con il riscontro di una violazione correlata all'evento.
Che la violazione dipenda dall'inesperienza e/o dalla poca disciplina del lavoratore, oppure dalla colpa dell'impresa, questo lo stabilisce l'autorità giudiziaria chiamata in causa volta per volta. Ciò che comunque non si può sindacare, è l'elevata percentuale di cantieri con irregolarità: basti pensare che solo le opere provvisionali, cioè le strutture temporanee utili alla realizzazione delle lavorazioni di costruzione e/o manutenzione, che vengono smontate al completamento dell'opera, presentano irregolarità nel 50 % dei cantieri.
Le inadempienze organizzative, soprattutto quelle riguardo le recinzioni, arrivano a sfiorare il 18 %, mentre i problemi relativi ai sistemi con funzionamenti elettrici, arrivano al 37 %. Purtroppo, il 15 % dei cantieri visitati presenta dispositivi di protezione individuali insufficienti e/o assenti: la sicurezza, quindi, continua ad essere un tasto dolente.
Il rilevamento è servito per capire qual è il livello, in percentuale, delle inadempienze nei cantieri della regione. Il quadro che ne deriva è a dir poco sconfortante: l'84, 4 % dei cantieri presentava un'inadempienza: parapetti assenti o non a norma (44,9%), ponteggi non bene ancorati o inidonei allecaratteristiche del terreno (31,9%), soggetti dunque a smottamenti e cedimenti, passerelle
improvvisate o di fortuna (11,4%), impianti elettrici inadeguati (37,1%), scavi non protetti (5,9%), segnaletica insufficiente (3,6%), viabilità ostruita o non in ordine (13%), assenza presso il cantiere della documentazione di legge (11,7%), insufficiente utilizzo dei dispositivi individuali di protezione (15%).
I cantieri inadempienti sono stati immediatamente segnalati e solo il 74 % di questi ha provveduto a mettersi in regola, mentre la percentuale restante, rappresentata soprattutto da aziende irregolari esterne a qualunque sistema di contrattazione, hanno dovuto richiedere il forzato intervento della Asl e dell'ispettorato. Numeri allarmanti se si pensa alle migliaia di morti sul lavoro che avvengono ogni anno in Italia: solo ne Lazio nel 2010, su 740 inchieste d'infortuni, ben 213 si sono concluse con il riscontro di una violazione correlata all'evento.
Che la violazione dipenda dall'inesperienza e/o dalla poca disciplina del lavoratore, oppure dalla colpa dell'impresa, questo lo stabilisce l'autorità giudiziaria chiamata in causa volta per volta. Ciò che comunque non si può sindacare, è l'elevata percentuale di cantieri con irregolarità: basti pensare che solo le opere provvisionali, cioè le strutture temporanee utili alla realizzazione delle lavorazioni di costruzione e/o manutenzione, che vengono smontate al completamento dell'opera, presentano irregolarità nel 50 % dei cantieri.
Le inadempienze organizzative, soprattutto quelle riguardo le recinzioni, arrivano a sfiorare il 18 %, mentre i problemi relativi ai sistemi con funzionamenti elettrici, arrivano al 37 %. Purtroppo, il 15 % dei cantieri visitati presenta dispositivi di protezione individuali insufficienti e/o assenti: la sicurezza, quindi, continua ad essere un tasto dolente.
Commenti
''Come istituzione - aggiunge - e' necessario uno sforzo corale per mantenere alta l'attenzione sul tema degli infortuni e delle morti bianche, e un impegno concreto per diffondere la cultura della sicurezza ed aumentare i controlli nei luoghi di lavoro''.
«Purtroppo questi infortuni mortali, cosiddetti in itinere, nella maggior parte dei casi - dicono i sindacati - non vengono neanche valutati dalle imprese nella documentazione in materia di sicurezza che le aziende stesse devono predisporre, e, tantomeno si fa la necessaria formazione ed informazione a questi lavoratori sui rischi gravissimi, spesso mortali, che li possono colpire».
«La specificità del settore edile, con cantieri sparsi sul territorio, prevede che una parte consistente dell'orario di lavoro venga impiegata sulla strada con partenze all'alba e con rischi legati sia alle condizioni atmosferiche che a quelle di stanchezza fisica».
«Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil , nello stringersi intorno alla famiglia del deceduto e nell'augurarsi una pronta guarigione per gli altri due lavoratori infortunati nell'incidente stradale, chiedono alle istituzioni competenti un incontro per verificare le iniziative necessarie a partire dalla sensibilizzazione delle imprese e dei lavoratori a riconoscere questo grave rischio e a mettere in atto tutti gli strumenti necessari al fine di ridurre al minimo questi infortuni mortali».
Bortoli punta l'indice contro ''i modelli organizzativi basati sul decentramento produttivo e sulla filiera del subappalto che vanificano i criteri di sicurezza dei lavoratori'', lanciando al contempo un appello alla giunta Zaia: ''La Regione si faccia seriamente carico di investire nella prevenzione degli infortuni potenziando i controlli nelle fabbriche e nei cantieri. Bisogna evitare che il prezzo della crisi economica venga pagato esclusivamente dagli anelli piu' deboli della catena produttiva''.
''Non si puo' continuare a considerare i lavoratori alla stregua di merci - conclude l'esponente regionale del Pd - cosi' come vanno evitate le enfasi sul calo degli incidenti sul lavoro, dovuto, come e' noto, soprattutto alla drastica diminuzione degli occupati in Veneto''.