L’esposizione a più sostanze (miscele) ed effetti sulla salute dei lavoratori

La valutazione del rischio derivante dall’esposizione a miscele di sostanze chimiche e la stima delle potenziali interazioni tra agenti chimici rappresentano problemi molto complessi, ma di grande importanza in quanto l’esposizione umana sia nell’ambiente di vita che in ambito occupazionale è caratterizzata dalla presenza contemporanea di una molteplicità di sostanze chimiche. Pertanto occorrerebbe conoscere quali sono i principali
tipi di interazioni che avvengono tra i componenti delle miscele, ovvero se essi si combinano tra di loro in modo additivo, sinergico od antagonistico.
Occorre però sottolineare che, nonostante la disponibilità in letteratura di numerosi studi tossicologici sulle interazioni tra agenti chimici, l’attuale conoscenza dei meccanismi di interazione tra le sostanze chimiche è piuttosto limitata e presenta molte lacune.
L’Environmental Protection Agency (EPA) definisce una miscela come qualsiasi combinazione di due o più sostanze chimiche che, indipendentemente dalla loro origine spaziale o temporale, possono influenzare il livello di rischio a cui è soggetta una popolazione e distingue le miscele in:
• miscele semplici: consistono di un relativamente piccolo numero di componenti (10 o meno) la cui composizione è qualitativamente e quantitativamente nota (es. un cocktail di pesticidi, un’associazione di farmaci);
• miscele complesse: comprendono decine, centinaia o migliaia di agenti chimici la cui composizione non è completamente nota (es. fumi di saldatura, inquinanti dell’aria urbana);
• miscele simili: miscele che sono leggermente differenti, ma che si ritiene che abbiano caratteristiche paragonabili per destino, trasporto, processi fisiologici e tossicità. Queste miscele possono essere costituite dagli stessi componenti, ma in proporzioni leggermente differenti, od avere in comune la maggior parte dei componenti, in quasi le stesse proporzioni, con soltanto alcuni componenti diversi.
Miscele simili determinano la stessa attività biologica ed agiscono attraverso lo stesso meccanismo di azione o riguardano lo stesso endpoint tossico.
La stessa EPA individua le seguenti principali categorie di meccanismi d’azione delle sostanze chimiche:
a) azione congiunta indipendente o additività di risposta (situazione di non interazione): si riferisce a sostanze che agiscono in modo indipendente ed hanno differenti meccanismi di azione così che la presenza di una sostanza non influenzerà la tossicità di un’altra e la tossicità combinata è eguale alla somma delle risposte dei componenti così come definita dalla formula per la somma delle probabilità di eventi indipendenti;
b) simile azione congiunta o additività di dose o di concentrazione (situazione di non interazione): si riferisce a sostanze chimiche che causano effetti simili attraverso meccanismi d’azione simili ovvero si verifica quando ciascun composto chimico si comporta come una concentrazione o diluizione di ciascun altra sostanza presente nella miscela e la risposta della combinazione è la risposta attesa dalla dose equivalente di un composto chimico di riferimento;
c) sinergismo: si verifica quando l’effetto tossico della miscela è maggiore della somma degli effetti che si avrebbero considerando le singole sostanze;
d) antagonismo: si verifica quando la tossicità osservata della miscela è minore della somma degli effetti che si avrebbero considerando le singole sostanze;
e) potenziamento: si verifica quando una sostanza non ha di per sé un effetto tossico su un certo organo o sistema,ma se aggiunta ad una sostanza tossica ne aumenta la tossicità.
Alcuni dei più importanti organismi internazionali quali EPA (Environmental Protection Agency), ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease Registry), ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) hanno sviluppato delle metodologie per la valutazione del rischio di esposizione a miscele di sostanze chimiche.
L’analisi delle metodologie di valutazione del rischio delle miscele proposte dalle sopra citate Agenzie Internazionali ha permesso di evidenziare che gli sforzi per sviluppare metodologie di valutazione adeguate sono vanificati dalla rara disponibilità dei dati di tossicità delle miscele o di miscele simili.
Pertanto si raccomanda di valutare le condizioni di sinergismo o di antagonismo caso per caso.
Condividendo tale posizione nei modelli di valutazione proposti in questa linea guida, si assume che in assenza di informazioni adeguate sulla presenza di interazioni chimiche si verifica una situazione di “non interazione” e si utilizza “l’additività di dose” o “l’additività di risposta”.
Infatti, per la valutazione del rischio chimico nei laboratori, il metodo dell’additività di risposta può rappresentare una corretta applicazione visto che le sostanze chimiche sono presenti in piccole quantità così che si sia in presenza di una situazione di non interazione.
Un limite di quanto appena rappresentato sta però nel fatto che quando si applica una metodologia additiva,se tutte le sostanze chimiche presenti nella miscela non contribuiscono alla tossicità, o se avviene un’interazione antagonista, l’assunzione di additività può condurre ad una sovrastima del rischio; allo stesso modo, interazioni di tipo sinergico possono risultare in una sottostima del rischio.

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