Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
Un rischio fisico importante nel settore sanitario è quello d’esposizione a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, utilizzate per una prolungata e non protetta attività a scopo diagnostico, terapeutico o di disinfezione.
Le radiazioni ionizzanti sono delle particelle e delle onde elettromagnetiche dotate di potere altamente penetrante nella materia e ciò permette alle radiazioni di far saltare da un atomo all’altro gli elettroni che incontrano nel loro percorso. In tal modo gli atomi, urtati dalle radiazioni, perdono la loro neutralità (che consiste nell’avere un uguale numero di protoni e di elettroni) e si caricano elettricamente, ionizzandosi. L’esposizione può determinare gravi danni fino alla morte cellulare, ecc…
I tipi di radiazioni ionizzanti sono:
Un rischio fisico importante nel settore sanitario è quello d’esposizione a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, utilizzate per una prolungata e non protetta attività a scopo diagnostico, terapeutico o di disinfezione.
Le radiazioni ionizzanti sono delle particelle e delle onde elettromagnetiche dotate di potere altamente penetrante nella materia e ciò permette alle radiazioni di far saltare da un atomo all’altro gli elettroni che incontrano nel loro percorso. In tal modo gli atomi, urtati dalle radiazioni, perdono la loro neutralità (che consiste nell’avere un uguale numero di protoni e di elettroni) e si caricano elettricamente, ionizzandosi. L’esposizione può determinare gravi danni fino alla morte cellulare, ecc…
I tipi di radiazioni ionizzanti sono:
- raggi a, particelle costituite da nuclei di elio (2 neutroni e 2 protoni) e dannosi solo se emessi entro il corpo umano. In tal caso possono creare gravi danni per la grande forza di ionizzazione posseduta
- raggi b, flussi di particelle costituite da elettroni (beta-, negativi) e da positroni (beta+, elettroni positivi) emessi da un nucleo che si disintegra e se emessi entro il corpo umano sono sempre dannosi. Se emessi da una sorgente esterna sono dannosi solo per gli organi, in pratica, a meno di 1 cm dalla cute
- raggi g, onde elettromagnetiche, come la luce, e non di natura corpuscolare come i raggi alfa e beta e sempre pericolosi, anche se emessi da sorgenti esterne al corpo umano
- raggi x, radiazioni elettromagnetiche simili ai raggi gamma, ma di frequenza minore (quindi di lunghezza d’onda maggiore: 10-11 – 10-9 metri) e pericolosità elevata, ma inferiore a quella dei raggi gamma, inoltre la sorgente è sempre esterna al corpo umano e cessa le sue emissioni una volta spenta
- raggi cosmici, nuclei atomici, elettroni, positroni e raggi gamma (raggi cosmici primari) o sciami fotoni-elettroni (raggi cosmici secondari) e la loro scarsa presenza li rende del tutto innocui
- radon, gas sprigionato da minerali radioattivi presenti sulla crosta terrestre ed in alcuni materiali da costruzione. Infiltrandosi negli ambienti interrati diventa la fonte di emissione di particelle alfa e di raggi gamma. Questi elementi liberi nell’aria entrano nell’organismo tramite la respirazione, danneggiando i tessuti interni.
L’esposizione può essere ridotta basandosi su tre fattori fondamentali in radioprotezione:
distanza: maggiore è la distanza dalla sorgente di radiazione, minore è l’esposizione
tempo: meno tempo si trascorre vicino alla fonte di radiazione, minore è l’esposizione
protezioni: il tipo di protezione personale da usarsi dipende dal tipo di radiazioni emesse dalla sorgente
Per garantire condizioni di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori l’Azienda provvede alla:
sorveglianza fisica affidata agli esperti qualificati che sulla base della valutazione del rischio predispongono la delimitazione delle zone lavorative a rischio, il controllo e l’esame dei mezzi di protezione, la valutazione delle esposizioni, ecc
sorveglianza medica affidata al Medico Autorizzato (categoria A e B) per l’e esecuzione di visite mediche, indagini specialistiche e di laboratorio, provvedimenti e disposizioni sanitarie, ecc. e al Medico Competente (categoria B). Sono classificati in categoria A i lavoratori esposti che, sono suscettibili di un’esposizione superiore, in un anno solare, ad uno dei seguenti valori:
6 mSv per esposizione globale o di equivalente di dose efficace
3/10 di uno qualsiasi dei limiti di dose fissati per il cristallino, la pelle, le mani e gli avambracci, piedi e caviglie
Sono invece classificati in categoria B i lavoratori esposti non classificati in categoria A.
Le radiazioni non ionizzanti, sono quelle radiazioni elettromagnetiche il cui meccanismo di interazione con la materia non consiste nella ionizzazione.
Le radiazioni non ionizzanti sono generalmente prodotte da elettrodomestici, telefoni cellulari, tralicci, elettrodotti e in ambito ospedaliero sono prodotte da apparecchiature di terapia fisico-riabilitativa generanti radiofrequenze (marconi terapia), laser e microonde (radar terapia) e da apparecchiature a raggi ultravioletti (lampade germicide, apparecchi per fototerapia – malattie della pelle, ittero neo-natale e per indurimento di gessi in ortopedia e resine in odontoiatria). Il personale addetto è opportuno che limiti la sosta e i tempi di permanenza nelle aree dove sono in funzione tali apparecchiature, oltre ad usare i D.P.I. Si deve precisare inoltre che non tutto l’elettromagnetismo è uguale. Va distinto quello a basse frequenze da quello ad alte frequenze. In entrambi i casi si produce una corrente elettrica nei tessuti ma l’incidenza come causa di tumori è diversa. Trattandosi di radiazioni non ionizzanti, l’energia non è comunque tale da provocare mutazioni genetiche nel Dna. Le basse frequenze sono emesse normalmente da tralicci, elettrodotti, cabine di trasformazione. Tra i sintomi dovuti all’ elettrosmog a intensità superiori ai 100 microtesla, l’elettromagnetismo induce malessere, mal di testa e brividi. Nelle abitazioni l’intensità dell’elettromagnetismo non supera i 0,2 microtesla anche se nulla può ancora essere detto sugli effetti sulla salute dopo lunghi periodi di esposizione.
Le alte frequenze sono invece emesse normalmente dai telefoni cellulari, da antenne e ripetitori. E’ stata analizzata la possibilità che l’uso dei telefoni cellulari, e delle radiazioni che derivano dal suo funzionamento, siano causa dell’insorgere di tumori del cervello (nella zona del cranio dove si poggia il telefonino). Dubbi e paure sono però state smentite da ricerche e studi compiuti nel 2000 e nel 2001 (National Cancer Institute ed altri studi). Il numero di studi però è ancora insufficiente per avvalorare una tesi piuttosto che un altra. Per quanto riguarda le radiazioni prodotte dalle antenne e dai ripetitori, le prime ricerche tendono a minimizzare il loro impatto sulla salute in quanto le radiazioni calano rapidamente con l’allontanarsi dalla fonte che le genera.
tempo: meno tempo si trascorre vicino alla fonte di radiazione, minore è l’esposizione
protezioni: il tipo di protezione personale da usarsi dipende dal tipo di radiazioni emesse dalla sorgente
Per garantire condizioni di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori l’Azienda provvede alla:
sorveglianza fisica affidata agli esperti qualificati che sulla base della valutazione del rischio predispongono la delimitazione delle zone lavorative a rischio, il controllo e l’esame dei mezzi di protezione, la valutazione delle esposizioni, ecc
sorveglianza medica affidata al Medico Autorizzato (categoria A e B) per l’e esecuzione di visite mediche, indagini specialistiche e di laboratorio, provvedimenti e disposizioni sanitarie, ecc. e al Medico Competente (categoria B). Sono classificati in categoria A i lavoratori esposti che, sono suscettibili di un’esposizione superiore, in un anno solare, ad uno dei seguenti valori:
6 mSv per esposizione globale o di equivalente di dose efficace
3/10 di uno qualsiasi dei limiti di dose fissati per il cristallino, la pelle, le mani e gli avambracci, piedi e caviglie
Sono invece classificati in categoria B i lavoratori esposti non classificati in categoria A.
Le radiazioni non ionizzanti, sono quelle radiazioni elettromagnetiche il cui meccanismo di interazione con la materia non consiste nella ionizzazione.
Le radiazioni non ionizzanti sono generalmente prodotte da elettrodomestici, telefoni cellulari, tralicci, elettrodotti e in ambito ospedaliero sono prodotte da apparecchiature di terapia fisico-riabilitativa generanti radiofrequenze (marconi terapia), laser e microonde (radar terapia) e da apparecchiature a raggi ultravioletti (lampade germicide, apparecchi per fototerapia – malattie della pelle, ittero neo-natale e per indurimento di gessi in ortopedia e resine in odontoiatria). Il personale addetto è opportuno che limiti la sosta e i tempi di permanenza nelle aree dove sono in funzione tali apparecchiature, oltre ad usare i D.P.I. Si deve precisare inoltre che non tutto l’elettromagnetismo è uguale. Va distinto quello a basse frequenze da quello ad alte frequenze. In entrambi i casi si produce una corrente elettrica nei tessuti ma l’incidenza come causa di tumori è diversa. Trattandosi di radiazioni non ionizzanti, l’energia non è comunque tale da provocare mutazioni genetiche nel Dna. Le basse frequenze sono emesse normalmente da tralicci, elettrodotti, cabine di trasformazione. Tra i sintomi dovuti all’ elettrosmog a intensità superiori ai 100 microtesla, l’elettromagnetismo induce malessere, mal di testa e brividi. Nelle abitazioni l’intensità dell’elettromagnetismo non supera i 0,2 microtesla anche se nulla può ancora essere detto sugli effetti sulla salute dopo lunghi periodi di esposizione.
Le alte frequenze sono invece emesse normalmente dai telefoni cellulari, da antenne e ripetitori. E’ stata analizzata la possibilità che l’uso dei telefoni cellulari, e delle radiazioni che derivano dal suo funzionamento, siano causa dell’insorgere di tumori del cervello (nella zona del cranio dove si poggia il telefonino). Dubbi e paure sono però state smentite da ricerche e studi compiuti nel 2000 e nel 2001 (National Cancer Institute ed altri studi). Il numero di studi però è ancora insufficiente per avvalorare una tesi piuttosto che un altra. Per quanto riguarda le radiazioni prodotte dalle antenne e dai ripetitori, le prime ricerche tendono a minimizzare il loro impatto sulla salute in quanto le radiazioni calano rapidamente con l’allontanarsi dalla fonte che le genera.
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