IL RISCHIO
Si può riconoscere in ogni ambiente lavorativo un rischio “generico” di esposizione ad agenti biologici presente in tutte le collettività, che comunque giustifica l’attenzione che deve essere posta alle comuni norme di igiene (frequenza e accuratezza delle pulizie dei locali, dotazione di spogliatoi, servizi igienici, docce, uso individuale dei dispositivi di protezione personale, disinfezione di dispositivi di protezione usati da più persone). In particolare, nel settore metalmeccanico è presente un rischio specifico, legato alla contaminazione dei fluidi lubrorefrigeranti (oli minerali) da parte di batteri e/o funghi.
Rischio di infezione da oli minerali contaminati - principali cause:
• Inadeguato trattamento dei liquidi (sostituzione, filtrazione, additivazione con sostanze battericide).
• Assenza o inefficienza di schermature sulle macchine.
• Contatto cutaneo diretto per manipolazione di pezzi bagnati, schizzi, contaminazione dell’ambiente circostante le macchine.
• Contatto cutaneo indiretto per permanenza di oli sugli indumenti di lavoro. Gli oli minerali veri e propri (derivati dalla raffinazione del petrolio grezzo), gli oli sintetici e semisintetici (prodotti “artificialmente” con reazioni di sintesi), sono impiegati molto comunemente sulle macchine per la lavorazione dei metalli, per ridurre l’attrito e l’usura tra utensile e pezzo in lavorazione, per raffreddare, per impedire la corrosione e l’ossidazione. Sono in genere utilizzati in emulsione con acqua, in percentuali che variano dall’1% al 10%, in circuiti che prevedono il recupero in vasche di raccolta e il ricircolo del fluido.
È consuetudine, invece di rinnovare totalmente il fluido in uso, fare periodicamente dei rabbocchi, senza verificare la carica batterica presente, né correggere la contaminazione con appositi prodotti antimicrobici. Questa situazione favorisce lo sviluppo di batteri e/o funghi, che si moltiplicano progressivamente con l’invecchiamento dei liquidi lubrorefrigeranti. La manipolazione di pezzi bagnati, gli schizzi che si producono nelle lavorazioni non adeguatamente presidiate con schermature, la presenza di nebbie che si depositano ovunque nell’ambiente, sono occasioni di contatto molto diffuse e continuative. A questo, può aggiungersi il contatto con indumenti da lavoro sporchi, i quali trattengono la componente oleosa anche quando sono asciutti.
Il contatto con la pelle, soprattutto se essa non è integra, bensì presenta piccole ferite o abrasioni, può causare infezioni. Le superfici cutanee su cui si ha crescita di peli, come il dorso della mano e dell’avambraccio, o la superficie superiore della coscia, sono particolarmente interessate dalle infezioni, in quanto gli oli si depositano nel follicolo da cui esce il pelo e lo ostruiscono, favorendo così il formarsi di infezioni molto simili ai foruncoli (follicoliti).
Un’infezione che non è affatto un ricordo del passato, ma che è estremamente rara solo per l’efficacia della vaccinazione obbligatoria, è il tetano, infezione causata dalle spore di un microrganismo (clostridio del tetano), che sopravvivono a lungo nei terreni o su oggetti che sono tenuti all’aperto. Sono, quindi, da considerare i rischi di ferimento e abrasione nella manipolazione di rottami, o di pezzi che sono stati a lungo utilizzati o depositati in ambienti aperti. Sono più temibili, in questo caso, piccole ferite con scarso sanguinamento, graffi o punture, per la maggiore possibilità che le spore vengano trattenute nei tessuti
Si può riconoscere in ogni ambiente lavorativo un rischio “generico” di esposizione ad agenti biologici presente in tutte le collettività, che comunque giustifica l’attenzione che deve essere posta alle comuni norme di igiene (frequenza e accuratezza delle pulizie dei locali, dotazione di spogliatoi, servizi igienici, docce, uso individuale dei dispositivi di protezione personale, disinfezione di dispositivi di protezione usati da più persone). In particolare, nel settore metalmeccanico è presente un rischio specifico, legato alla contaminazione dei fluidi lubrorefrigeranti (oli minerali) da parte di batteri e/o funghi.
Rischio di infezione da oli minerali contaminati - principali cause:
• Inadeguato trattamento dei liquidi (sostituzione, filtrazione, additivazione con sostanze battericide).
• Assenza o inefficienza di schermature sulle macchine.
• Contatto cutaneo diretto per manipolazione di pezzi bagnati, schizzi, contaminazione dell’ambiente circostante le macchine.
• Contatto cutaneo indiretto per permanenza di oli sugli indumenti di lavoro. Gli oli minerali veri e propri (derivati dalla raffinazione del petrolio grezzo), gli oli sintetici e semisintetici (prodotti “artificialmente” con reazioni di sintesi), sono impiegati molto comunemente sulle macchine per la lavorazione dei metalli, per ridurre l’attrito e l’usura tra utensile e pezzo in lavorazione, per raffreddare, per impedire la corrosione e l’ossidazione. Sono in genere utilizzati in emulsione con acqua, in percentuali che variano dall’1% al 10%, in circuiti che prevedono il recupero in vasche di raccolta e il ricircolo del fluido.
È consuetudine, invece di rinnovare totalmente il fluido in uso, fare periodicamente dei rabbocchi, senza verificare la carica batterica presente, né correggere la contaminazione con appositi prodotti antimicrobici. Questa situazione favorisce lo sviluppo di batteri e/o funghi, che si moltiplicano progressivamente con l’invecchiamento dei liquidi lubrorefrigeranti. La manipolazione di pezzi bagnati, gli schizzi che si producono nelle lavorazioni non adeguatamente presidiate con schermature, la presenza di nebbie che si depositano ovunque nell’ambiente, sono occasioni di contatto molto diffuse e continuative. A questo, può aggiungersi il contatto con indumenti da lavoro sporchi, i quali trattengono la componente oleosa anche quando sono asciutti.
Il contatto con la pelle, soprattutto se essa non è integra, bensì presenta piccole ferite o abrasioni, può causare infezioni. Le superfici cutanee su cui si ha crescita di peli, come il dorso della mano e dell’avambraccio, o la superficie superiore della coscia, sono particolarmente interessate dalle infezioni, in quanto gli oli si depositano nel follicolo da cui esce il pelo e lo ostruiscono, favorendo così il formarsi di infezioni molto simili ai foruncoli (follicoliti).
Un’infezione che non è affatto un ricordo del passato, ma che è estremamente rara solo per l’efficacia della vaccinazione obbligatoria, è il tetano, infezione causata dalle spore di un microrganismo (clostridio del tetano), che sopravvivono a lungo nei terreni o su oggetti che sono tenuti all’aperto. Sono, quindi, da considerare i rischi di ferimento e abrasione nella manipolazione di rottami, o di pezzi che sono stati a lungo utilizzati o depositati in ambienti aperti. Sono più temibili, in questo caso, piccole ferite con scarso sanguinamento, graffi o punture, per la maggiore possibilità che le spore vengano trattenute nei tessuti

Commenti