RISCHIO ELETTRICO IN CANTIERE

RISCHIO ELETTRICO IN CANTIERE

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La provvisorietà e la continua evoluzione tipica di un cantiere spesso induce a trascurare e/o minimizzare i problemi legati alla sicurezza.
Le condizioni ambientali gravose e la presenza di persone poco consapevoli del rischio elettrico rendono particolarmente pericoloso questo ambiente di lavoro, come confermano le statistiche sugli infortuni sul lavoro: più di un terzo del totale degli incidenti elettrici mortali si verifica nei cantieri edili.

Il rischio elettrico deriva dagli effetti dannosi che la corrente elettrica può produrre all'uomo in modo diretto (quando il corpo umano è attraversato da corrente) o indiretto (ad es. incendio dovuto a causa elettrica).
CARATTERISTICHE DEL RISCHIO ELETTRICO
Dal punto di vista infortunistico, e dunque delle conseguenze derivanti da incidenti di natura elettrica, le principali tipologie possono essere ricondotte a:
- incendio: dovuto alla contemporanea presenza di materiale infiammabile e fenomeni elettrici (archi, scintille, punti caldi superficiali) atti ad innescare l’incendio;
- esplosione: dovuta alla contemporanea coesistenza di atmosfera pericolosa (presenza di sostanza miscela gas, vapore o polvere potenzialmente esplosivi) e fenomeni elettrici (archi, scintille, punti caldi superficiali) atti ad innescare l’esplosione.
- elettrocuzione: dovuta al passaggio di corrente nel corpo umano, per contatto diretto o indiretto.
INCENDI DI ORIGINE ELETTRICA
L’incendio è forse l’evento negativo più grave e più frequente legato all’impiego dell’energia elettrica. Tale fenomeno è associabile ad una o più delle seguenti cause:
- cattiva realizzazione/progettazione degli impianti elettrici;
- carente manutenzione degli stessi;
- scorretto utilizzo di apparecchiature ad alimentazione elettrica (ad es. uso di prolunghe, spine multiple, ciabatte).
- sovracorrenti nei cavi;
- dispersioni e correnti di guasto verso terra;
- cattivi contatti;
- guasti nelle apparecchiature;
- archi elettrici.
EFFETTI DELLA CORRENTE NEL CORPO UMANO

Gli effetti della corrente elettrica sul corpo umano possono assumere varie forme e  gravità in relazione al tipo di evento (tipo di contatto, durata dello stesso, tensione, ecc.) ed alle condizioni ambientali (es. umidità, resistività del terreno, ecc.).
In generale si possono individuare i seguenti effetti:
- Contrazione muscolare (tetanizzazione);
- Arresto respiratorio;
- Arresto cardiaco;
- Ustioni.
Tetanizzazione
Consiste nella contrazione dei muscoli del corpo  che spesso non permette il rilascio delle parti in tensione con cui si è venuto a contatto. Il mancato rilascio inoltre consente alla corrente elettrica di continuare ad attraversare il corpo umano. Il valore minimo della corrente per cui accade la tetanizzazione e il mancato rilascio delle parti in tensione è detta “ corrente di rilascio”.
Arresto della respirazione
Consiste nella tetanizzazione dei muscoli respiratori. Il perdurare di tale tetanizzazione può condurre alla morte per asfissia.
Fibrillazione ventricolare
Dovuta alla interferenza della corrente elettrica con la normale attività elettrica del cuore che da luogo ad una contrazione irregolare dei ventricoli che  conduce nella maggior parte dei casi all’arresto cardiaco. Infatti la fibrillazione ventricolare è considerato un fenomeno quasi irreversibile, poiché quando si innesca il cuore non ritorna a funzionare spontaneamente, salvo con l’applicazione di un defibrillatore di difficile reperibilità in tempo utile (generalmente 10 – 15 minuti.
La dinamica dell’elettrocuzione dipende da molti fattori, quali la resistenza elettrica del corpo, le condizioni della pelle, la durata del contatto, la superficie interessata al contatto.
La pericolosità della corrente oltre che dalla sua intensità (che a parità di tensione dipende dalla resistenza del corpo umano), dipende anche dalla durata del contatto, cioè dall’intervallo di tempo in cui la corrente agisce sul corpo umano.
L'elettrocuzione avviene mediante contatto con parti in tensione.
I contatti possono essere di due tipi:
contatti diretti: con parti normalmente in tensione (quali morsetti, prese, conduttori scoperti, ecc.);
contatti indiretti: con parti che non sono normalmente in tensione (masse metalliche, involucri, carcasse, ecc.) ma che per effetto di anomalie quali cedute di isolamento, guasti, si trovano ad essere in tensione.
COSA FARE IN CASO DI FOLGORAZIONE
Staccare immediatamente la corrente agendo sull'interruttore centrale e non toccare assolutamente l'infortunato, prima di questa manovra: in caso contrario, anche il corpo del soccorritore si trasforma in un mezzo di conduzione per l'elettricità, innescando un meccanismo a catena per cui anziché soccorritore si diventa vittima.
Se l'interruttore è molto lontano e se il suo spegnimento implica una forte perdita di tempo, staccare la spina e allontanare l'infortunato dalla fonte elettrica usando un bastone, una sedia o il manico di una scopa.
L'importante è che il mezzo prescelto sia di legno, materiale che non fa da conduttore e che consente al soccorritore di rimanere isolato e quindi di non subire danni.
Valutare lo stato di coscienza dell'infortunato, chiamandolo ad alta voce e scuotendolo leggermente.
Se questo è cosciente va portato al Pronto Soccorso per valutare gli eventuali danni cardiaci e per trattare l'ustione: questa non va infatti assolutamente affrontata a livello casalingo.
Se l'infortunato è incosciente, occorre chiamare il 118 definendo chiaramente la serietà della situazione: viene inviata un'ambulanza dotata di tutti gli strumenti necessari.
Stendere a terra la vittima con la schiena poggiata al terreno, il capo, il tronco e gli arti allineati.
Garantire il passaggio dell'aria sollevando con due dita il mento dell'infortunato e spingendogli indietro la testa con l'altra mano: la perdita di coscienza determina un rilassamento totale dei muscoli compresi quelli della mandibola. La lingua può cadere all'indietro e ostruire le vie della respirazione.
Contatto diretto: viene definito come il contatto di persone con parti attive, definite a loro volta come conduttori o parti conduttrici in tensione nel servizio ordinario. Fra queste parti attive rientra il conduttore di neutro ma non il conduttore di protezione.
Contatto indiretto: viene definito come il contatto di persone con una massa in tensione per un guasto. Una massa è una parte conduttrice che soddisfa le seguenti proprietà:
- può essere toccata;
- non è in tensione in condizioni ordinarie;
- può andare in tensione in condizioni di guasto.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI
Generalmente la protezione contro i contatti diretti viene realizzata con tecniche di “protezione passiva”, cioè senza interruzione automatica del circuito segregando le parti elettricamente attive in modo da renderle inaccessibili e quindi impedendone il contatto. Le misure di protezione, indicate nella parte 4 della norma CEI 64-8, possono essere di due tipi:
- protezione totale: destinata ad impianti accessibili a tutti;
- protezione parziale: destinata ad impianti accessibili solo a personale addestrato, le cui conoscenze tecniche e l’esperienza sono tali da costituire di per se una protezione contro i pericoli dell’elettricità.
PROTEZIONI TOTALI ISOLAMENTO DELLE PARTI ATTIVE
Le parti che sono normalmente in tensione devono essere ricoperte completamente da un isolamento non rimovibile, se non per distruzione dello stesso.
L’isolamento deve resistere agli sforzi meccanici, elettrici e termici che possono manifestarsi durante il funzionamento.
Protezione con involucri e barriere
Vi sono parti attive che, per la funzione da svolgere, devono essere accessibili e dunque non possono essere isolati in modo completo (ad es. i morsetti).
In tal caso la protezione può essere effettuata mediante involucri e barriere. Per “involucro” si intende un elemento costruttivo tale da impedire il contatto diretto in ogni direzione; la “barriera” è un elemento costruttivo tale da impedire il contatto diretto nella direzione abituale di accesso.
 Ostacoli
Devono impedire, oltre all’avvicinamento non intenzionale a parti attive, anche il contatto casuale con esse durante i lavori sotto tensione o di manutenzione.
Nei luoghi accessibili al personale addestrato devono essere rispettate distanze minime per i passaggi tra ostacoli, organi di comando e pareti (tali distanze sono riportate nella norma 64-8 /4).
Distanziamenti
La norma CEI 64.8 prescrive che il “distanziamento” delle “parti simultaneamente accessibili” deve essere tale che esse non risultino a “portata di mano”. Per parti “simultaneamente accessibili” si intendono quelle parti che possono essere toccate simultaneamente da una persona.
Si ritengono simultaneamente accessibili quelle parti che distano fra loro non più di 2,5 m. in verticale e di 2 m. in orizzontale.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI
Le misure di protezione contro i contatti indiretti sono prevalentemente di tipo attivo Le protezioni hanno la funzione di interrompere il circuito in caso di guasto, impedendo ad eventuali tensioni pericolose che possono venire a crearsi, di persistere per un tempo sufficiente a provocare effetti fisiologici pericolosi.
Il sistema di protezione più utilizzato per gli impianti di distribuzione è quello coordinato dell’impianto di terra e degli interruttori differenziali.
L’efficacia del sistema di protezione dai contatti indiretti è legato al corretto coordinamento tra impianto di terra e interruttori differenziali.
LAVORI IN PROSSIMITA’ DI PARTI ATTIVE
I cantieri sono allestiti in genere all’aperto, per tali motivi l’art. 117 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. consente di eseguire lavori in prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette e o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, ferme restando le norme di buona tecnica, si deve rispettare almeno una delle seguenti precauzioni:
a)   mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti attive per tutta la durata dei lavori;
b)     posizionare ostacoli rigidi che impediscano l'avvicinamento alle parti attive;
c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchi di sollevamento, ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza.
 La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate e delle tensioni presenti e comunque la distanza di sicurezza non deve essere inferiore ai limiti di cui all’allegato IX o a quelli risultanti dall’applicazione delle pertinenti norme tecniche.
TAB. 1 ALLEGATO IX (D. Lgs. 81/08 e s.m.i.)
Distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non sufficientemente protette da osservarsi, nell’esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli ingombri derivanti dal tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati, nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del vento e degli abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI IN CANTIERE
Protezione mediante l’interruzione automatica dell’alimentazione
La tensione di contatto limite convenzionale deve essere limitata a 25 V corrente alternata o a 60 V corrente continua non ondulata (punto 481.3.1.1 della Norma CEI 64-8). Il rispetto di tali valori può essere ottenuto:
•     in un sistema TT (Terra-Terra), solo mediante l’utilizzo di dispositivi differenziali;
•  in un sistema TN (Terra-Neutro) anche con l’impiego del solo interruttore magnetotermico, previa verifica dell’impedenza dell’anello di guasto e del tempo di intervento della protezione, che non deve essere superiore a 5 s (circuiti di distribuzione o circuiti terminali che alimentano solo apparecchi fissi) o a 0,2 s (circuiti terminali che alimentano anche apparecchi non fissi a tensione 230 V verso terra). L’impiego di un dispositivo differenziale nei sistemi TN è comunque garanzia di maggiore sicurezza.
Protezione mediante componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente
Questa soluzione è generalmente impiegata nella costruzione degli apparecchi utilizzatori; nei cantieri tale protezione può essere utilizzata per utensili portatili. Questi apparecchi devono essere idonei per l’uso in luoghi soggetti a spruzzi d’acqua (IPX4).
Protezione per separazione elettrica
Nella protezione per separazione elettrica la sorgente di alimentazione del circuito deve essere un trasformatore di isolamento o una sorgente con caratteristiche di sicurezza equivalente a quella del trasformatore di isolamento (ad esempio un piccolo gruppo elettrogeno). Se vengono alimentati più apparecchi utilizzatori le loro masse devono essere collegate con un conduttore equipotenziale.
Questa protezione può essere applicata a circuiti con prese a spina solo se ciascun apparecchio utilizzatore è alimentato da un trasformatore di isolamento separato o da un avvolgimento secondario separato del trasformatore (per ogni avvolgimento
secondario un solo utilizzatore).
Protezione contro le sovracorrenti
La protezione dalle sovracorrenti si realizza impiegando interruttori automatici magnetotermici o fusibili. Le condizioni di pericolosità che si possono verificare sono il sovraccarico ed il cortocircuito.
Il sovraccarico si realizza quando la corrente assorbita in un impianto è superiore a
quella sopportabile dal cavo nel quale transita. Questo fenomeno deve essere interrotto in tempi brevi per evitare il rapido deterioramento dell’isolante del cavo.
Il cortocircuito si verifica quando due o più fasi (o neutro/terra) vengono incidentalmente in contatto tra loro. In questo caso le correnti in gioco possono assumere valori estremamente elevati e devono essere interrotte in tempi brevissimi.
Nei cantieri non è ammesso utilizzare come protezione contro i cortocircuiti, l’interruttore limitatore del distributore. Deve essere previsto, all’origine dell’impianto, un quadro che comprenda i dispositivi di protezione principali.
Il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti deve avere caratteristica idonea alle condutture da esso protette e nello stesso tempo consentire l’avviamento di motori con corrente di spunto elevata. In quest’ultimo caso è consigliabile l’uso di interruttori con soglia di intervento magnetico da 10 a 20 volte la loro corrente nominale.
Protezione differenziale
Il dispositivo differenziale è da intendere come protezione addizionale.
Qualora si utilizzi come interruttore generale un dispositivo privo di sganciatori contro le sovracorrenti e con la sola protezione differenziale (differenziale puro), tale interruttore deve essere protetto con uno o più dispositivi di protezione contro le sovracorrenti posti a monte o con tutti i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti posti immediatamente a valle dello stesso.
Protezioni in luoghi conduttori ristretti
Per luoghi conduttori ristretti si intendono quei luoghi limitati essenzialmente da superfici metalliche o comunque conduttrici nel quale è probabile che una persona possa venire in contatto con tali superfici attraverso un ampia parte del suo corpo, ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto.
Esempi di luoghi conduttori ristretti presenti nei cantieri sono piccole cisterne metalliche, interno di tubazioni metalliche, cunicoli umidi, scavi ristretti nel terreno e tralicci.
Non si considerano luoghi conduttori ristretti i piani di lavoro sui ponteggi metallici

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