dirigente 2015

dirigente
Il D. L.gs. 81/08 definisce «dirigente»: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa.
Per svolgere la sua funzione nell’ambito della sicurezza nei luoghi di lavoro il dirigente deve possedere appropriate competenze relazionali al fine di sviluppare un’attività progettuale, organizzativa e realizzativa, efficiente ed efficace.
In particolare, in considerazione della necessità di interagire con varie figure impegnate nell’ambito della sicurezza sul lavoro, è necessario disporre di una valida competenza relazionale, che si esplica su come agire sulle risorse umane affinché l’ organizzazione dei ruoli, delle responsabilità, delle funzioni, dei compiti, sia individuali che collettivi, proceda in modo efficiente ed efficace.
Tale competenza investe anche la consapevolezza del ruolo, la puntuale padronanza di ciò che bisogna fare e di come bisogna farlo per realizzare gli obiettivi individuati. 
Un altro aspetto derivante da un’appropriata attitudine alle relazioni interpersonali è la competenza organizzativa, vale a dire come concretamente agire sistemicamente sull’insieme delle risorse fisiche, strutture, attrezzature, servizi, uffici, persone, al fine di renderle univocamente funzionali agli obiettivi previsti.
Questo elemento diventa fondamentale nel discorso della sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto quest’ultima si applica proprio attraverso l’attuazione di un sistema organizzato e strutturato diretto alla valutazione dei rischi e all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione, con il coinvolgimento consapevole dei responsabili, addetti, preposti e, ovviamente, dei lavoratori.
L’organizzazione della sicurezza nei luoghi di lavoro, la capacità di relazionarsi con gli altri in modo da rafforzare la consapevolezza di ruolo per tutti gli “attori” del sistema sicurezza, affinché ci sia un miglioramento continuo dei livelli di attenzione nello svolgimento delle attività lavorative, l’applicazione di specifiche tecniche di comunicazione per consentire un’informazione e una formazione adeguate e ai massimi livelli, costituiscono, nel loro insieme, elementi che influiscono notevolmente sull’attuazione dei processi gestionali, sui rapporti interpersonali, sulle dinamiche emotive e comportamentali individuali e di gruppo, sull’acquisizione di opportune conoscenze e competenze professionali, tutti aspetti che, opportunamente condotti, si riflettono in maniera positiva sull’attuazione del “sistema sicurezza lavoro” .
Quando è necessario strutturare e gestire un’organizzazione e, soprattutto, renderla operativa attraverso adeguate competenze relazionali, tali da determinarne l’approvazione e l’adesione, in termini di attitudini comportamentali e procedure lavorative, risulta opportuno stabilire, in maniera chiara ed evidente, i  fondamenti della “cultura dell’organizzazione” attraverso i seguenti punti:
- definizione delle finalità e degli obiettivi;
- definizione di una programmazione che tenga conto di risorse, mezzi, ambienti, etc.
- pianificazione delle azioni e degli interventi attraverso il coinvolgimento di tutti gli interlocutori a seconda del ruolo di ciascuno di loro.
Particolare attenzione, quindi, ed in questo si esplica la competenza relazionale, deve essere data alle interazioni che il dirigente attiva con i suoi collaboratori e con i suoi sottoposti, soprattutto, per ciò che riguarda la gestione dei rischi che oggettivamente si corrono e dei conflitti che si possono generare all’interno dell’organizzazione.
Per questo sono da tenere in considerazione la modalità di comunicare, le capacità relazionali e decisionali,  il sapersi rapportare con gli altri, il saper individuare e interpretare le dinamiche interpersonali e di gruppo, le competenze gestionali e organizzative.  
Il processo decisionale implica sempre una sinergia, se si vogliono utilizzare produttivamente le risorse, sia in quanto persone che in quanto mezzi. L’insieme delle conoscenze/abilità/competenze dovranno essere cognitive (ricercare, analizzare, proporre…), professionali (contributi tecnici…), relazionali (ascoltare, chiarire, sostenere scelte e decisioni).
Organizzare e vigilare insieme ci riconduce ad un’altra questione, quella che riguarda la consapevolezza di ruolo e la leadership e le sue diverse modalità applicative. C’è quella per certi versi più semplice (gli ordini non si discutono!), ma più pericolosa, a quella più difficile, ma con larghi margini di successo! E saper negoziare sempre e comunque richiede tempo, pazienza, capacità di ascolto e di persuasione. 
In materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, le attività di organizzazione e vigilanza, in cui intervengono capacità relazionali e consapevolezza di ruolo, devono essere svolte sempre nell’ambito delle disposizioni previste dalla normativa vigente. I momenti di programmazione, discussione, confronto, riunione, formazione, devono puntare ad aggiustamenti e a miglioramenti continui, al fine di raggiungere il livelli di efficienza ed efficacia, puntando sulla professionalità, la partecipazione e la continuità, sapendo che un operatore attento e consapevole del proprio ruolo, diventa un elemento di maggiore forza nell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a tutela e salvaguardia della sua sicurezza e di quella degli altri.
Avere competenze relazionali significa anche saper comunicare.
Forme più o meno rudimentali di comunicazione sono state sviluppate da moltissime specie animali. Ma solo l’uomo ha saputo far evolvere tale facoltà ad un punto tale da elaborare il linguaggio e da acquisire comportamenti logici e sociali. Insomma l'uomo ed il suo ambiente sono quello che sono da alcune decine di migliaia di anni grazie al fatto di saper comunicare in modi complessi ed articolati.
Conoscere i fenomeni comunicativi risulta dunque una delle chiavi fondamentali per interpretare l'ambiente sociale e culturale in cui viviamo, e questo è il risultato delle ragioni del notevole interesse che i modi e le tecniche del comunicare hanno suscitato e continuano a suscitare per le loro funzioni nelle relazioni sociali, nei processi economici, nella produzione e nella diffusione della cultura, nell'organizzazione e nell'impiego del tempo di vita degli individui.
Il termine comunicazione deriva dal latino communicationem, e dal verbo communicare, che significa mettere in comune qualcosa, passare qualcosa da uno all'altro, e quindi, per estensione, unire in comunità. Nella radice latina del termine c’è pertanto un'idea di contatto materiale, di trasferimento fisico, insieme a quella di comunità di individui che condividono qualcosa (ciò che può essere messo in comune o trasferito non è solo un bene materiale ma anche un'entità immateriale, un pensiero o una conoscenza).
La cosa importante affinché un sistema di trasmissione dell’informazione sia efficiente è che tutta l’informazione generata dalla fonte arrivi intera al destinatario.
Questo modello, concepito per i sistemi di trasmissione fisici, cioè per i dispositivi di trasmissione dei segnali, si applica anche alla comunicazione tra individui, per la quale ovviamente il canale e il segnale sono costituiti dal linguaggio utilizzato e dal significato dell’informazione trasmessa: è evidente che mittente e destinatario devono comprendere lo stesso linguaggio e intendere il medesimo significato.
La condizione data dal contesto determina molto spesso l’attribuzione di un significato diverso da parte del destinatario all’informazione ricevuta dal mittente, in quanto scatta il meccanismo dell’ interpretazione , per cui, come detto, giocano un ruolo enorme le disposizioni emotive e le conoscenze del destinatario.
Affinché ci sia, quindi, una corretta comunicazione, che come abbiano detto è fondamentale per avere un’appropriata capacità relazionale, è necessario che tutti questi elementi di contesto siano condivisi .
E’ importante quindi che chi ha un ruolo di leadership sappia individuare tutti gli elementi che possono interferire nel processo comunicativo affinché riesca a conquistarsi la fiducia e la disponibilità dell’interlocutore nel recepire l’informazione nella sua interezza e significato.
In una materia delicata e complessa come la salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, la comunicazione ha un ruolo importante per far sì che concetti e disposizioni vengano ben recepiti e attuati: la comunicazione assume un valore fondamentale e interviene in qualsiasi ambito aziendale, ed in particolare in riferimento alle tematiche in materia di tutela della salute dei lavoratori e sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto contribuisce in maniera forte e determinante al processo di attuazione delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.
E’ importante quindi che chi sia impegnato nelle attività di organizzazione e vigilanza, o che debba impartire disposizioni,  informazione, formazione e addestramento, sia consapevole del proprio ruolo e sia capace di utilizzare gli strumenti appropriati e sappia applicare le tecniche necessarie affinché il processo comunicativo risulti efficiente ed efficace.
Pertanto ci si deve quindi in primis rendersi conto del contesto ambientale in cui ci si trova ad operare, ed è necessario saper dare la giusta considerazione alle personalità individuali costituite dagli interlocutori, attraverso anche una consistente capacità di ascolto e di dialogo, in modo da tenere adeguati i livelli di interesse in conformità a bisogni e aspettative, esprimendo nel contempo l’importanza del momento comunicativo finalizzato ad un momento di crescita lavorativa e professionale.
In tale ambito, quindi, in un processo comunicativo  è necessario, oltre alla preparazione dell’operatore, avere cura anche degli elementi contestuali, come, nel caso ad esempio della formazione, l’utilizzo di ambienti adeguati, strumenti tecnologici e didattici opportuni, una capacità dialettica protesa anche al coinvolgimento degli interlocutori, in considerazione del fatto che i livelli di apprendimento fisiologicamente diminuiscono col tempo, unitamente all’utilizzo di metodologie capaci di favorire il trasferimento delle informazioni attraverso il mezzo (esposizione orale, dispense scritte, illustrazioni, presentazioni multimediali, supporti e-learning, etc.) ritenuto più consono e appropriato.
Solo così, con operatori preparati, consapevoli del proprio ruolo e  opportunamente formati, si potrà avere un positivo riscontro in termini di efficienza organizzativa e anche l’attività di vigilanza risulterà agevolata.

Commenti