Misure correttive al Testo unico, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive al Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ora il decreto legislativo correttivo del decreto 81 dovrà andare all’esame delle competenti commissioni di Camera e Senato e della conferenza Stato-Regioni. Ma la modifica ha innescato una dura polemica con la Cgil. Epifani ha criticato il provvedimento («Un errore grave che il Paese fa fatica a comprendere). E Sacconi ha immediatamente risposto con pari polemica: «La Cgil ed Epifani non conoscono il testo e giá ci sono manifestazioni e dichiarazioni contrarie. Questa è la prova provata che dalla Cgil c'è solo pregiudizio. Non è più la Cgil di Di Vittorio pronta a confrontarsi sui testi con testardaggine anche con un Governo non amico. Qui abbiamo la Cgil del pregiudizio».
NOVITÀ - Tra le novità, secondo quanto annunciato, l'aumento delle le sanzioni pecuniarie rispetto a quelle finora previste. Resta l'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del rischio nelle aziende considerate a rischio rilevante, mentre le sanzioni pecuniarie saranno aumentate del 50% rispetto a quelle previste dalla legge 626 del 1994 sulla sicurezza sul lavoro. (Leggi una sintesi delle novità principali)
LE CRITICHE DELLA CGIL - Guglielmo Epifani lancia l'allarme e parla di un «errore grave che la Cgil non comprende e che anche il Paese fa fatica a comprendere». Da tempo il sindacato aveva chiesto di non toccare il Testo unico e di avviare una sperimentazione per due anni. «In Italia non c'è bisogno di modifiche legislative continue che fanno venire meno la certezza della norma ed è questa una modifica di cui non si sentiva assolutamente il bisogno» ha detto Epifani alla presentazione del rapporto Ires-Cgil sui salari. Secondo il sindacato le modifiche non riguardano solo le sanzioni, che in ogni caso «si attenuano», ma anche altri capitoli che diminuiscono le responsabilità dei datori di lavoro. «Altri adempimenti andavano fatti e ci voleva più prudenza proprio ora che comincia il processo a Torino per l'Eternit e vediamo le immagini del rogo della Thyssen Krupp. Si è fatto invece un passo indietro». Le nuove norme, ha aggiunto Epifani, «spostano più responsabilità sul lavoratore che non sull'azienda».
LE PICCOLE IMPRESE APPLAUDONO- Il fronte favorevole alle nuove norme si apre con associazioni di categoria come la Confederazione dell'artigianato, xche parla di «importanti novità che riguardano prima di tutto le necessarie semplificazioni per rendere le disposizioni applicabili alle piccole imprese; la rivisitazione del sistema sanzionatorio che ha abbassato le singole sanzioni rendendole più proporzionali alle responsabilità dei singoli soggetti». O come la Confartigianato, che ritiene «opportuna la riformulazione delle sanzioni in base a criteri che mantengano la deterrenza e la dissuasività dei comportamenti scorretti, ma senza gli eccessi del Testo Unico che puniscono allo stesso modo gli errori formali e le violazioni che causano situazioni di pericolo reale per i lavoratori». Ma sul fronte politico ci sono già le posizioni negative dell'opposizione. Favorevole anche Confcommercio: «Il dl mira a promuovere una cultura ed una pratica sostanziale della sicurezza sul lavoro, puntando fortemente su politiche e strumenti di formazione e prevenzione, riducendo formalismi ed appesantimenti burocratici, razionalizzando l’apparato sanzionatorio, valorizzando gli enti bilaterali ai fini della certificazione dei modelli di organizzazione della sicurezza»
DI PIETRO: «LICENZA DI UCCIDERE» - La reazione politica più dura arriva da Di Pietro, che parla di «licenza di uccidere». Il leader dell'Idv spiega che «già le norme approvate dal governo sulla denuncia ritardata delle assunzioni favoriscono sfacciatamente il lavoro nero e il camuffamento degli incidenti sul lavoro. Ora si restringe ancora di più l'intervento degli ispettori del lavoro e si indeboliscono e riducono notevolmente le sanzioni per gli imprenditori che non applicano la disciplina sulla prevenzione. È un vero e proprio colpo di spugna che nella sostanza depenalizza il reato di omessa applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e cancella l'aggravante di questi comportamenti sulla sanzione del reato. Il governo aveva detto che avrebbe dichiarato guerra agli infortuni sul lavoro. Non aveva detto però da quale parte l'avrebbe combattuta. Ora sappiamo che sta dalla parte degli omicidi». Più cauto ma ugualmente negativo il commento di una nota congiunta firmata da Enrico Letta, responsabile Welfare Pd, di Cesare Damiano, responsabile lavoro e di Tiziano Treu, vicepresidente commissione lavoro del Senato: «Ci riserviamo di vedere il testo. Come abbiamo più volte rilevato, non abbiamo obiezioni di fronte a correzioni formali o a miglioramenti soprattutto diretti a rafforzare la prevenzione e il controllo . Siamo però decisamente contrari a modifiche sostanziali che cambino l'impostazione di fondo del testo unico sulla sicurezza. Purtroppo, il governo ha già provveduto, nei mesi precedenti, ad apportare modifiche peggiorative».
NOVITÀ - Tra le novità, secondo quanto annunciato, l'aumento delle le sanzioni pecuniarie rispetto a quelle finora previste. Resta l'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del rischio nelle aziende considerate a rischio rilevante, mentre le sanzioni pecuniarie saranno aumentate del 50% rispetto a quelle previste dalla legge 626 del 1994 sulla sicurezza sul lavoro. (Leggi una sintesi delle novità principali)
LE CRITICHE DELLA CGIL - Guglielmo Epifani lancia l'allarme e parla di un «errore grave che la Cgil non comprende e che anche il Paese fa fatica a comprendere». Da tempo il sindacato aveva chiesto di non toccare il Testo unico e di avviare una sperimentazione per due anni. «In Italia non c'è bisogno di modifiche legislative continue che fanno venire meno la certezza della norma ed è questa una modifica di cui non si sentiva assolutamente il bisogno» ha detto Epifani alla presentazione del rapporto Ires-Cgil sui salari. Secondo il sindacato le modifiche non riguardano solo le sanzioni, che in ogni caso «si attenuano», ma anche altri capitoli che diminuiscono le responsabilità dei datori di lavoro. «Altri adempimenti andavano fatti e ci voleva più prudenza proprio ora che comincia il processo a Torino per l'Eternit e vediamo le immagini del rogo della Thyssen Krupp. Si è fatto invece un passo indietro». Le nuove norme, ha aggiunto Epifani, «spostano più responsabilità sul lavoratore che non sull'azienda».
LE PICCOLE IMPRESE APPLAUDONO- Il fronte favorevole alle nuove norme si apre con associazioni di categoria come la Confederazione dell'artigianato, xche parla di «importanti novità che riguardano prima di tutto le necessarie semplificazioni per rendere le disposizioni applicabili alle piccole imprese; la rivisitazione del sistema sanzionatorio che ha abbassato le singole sanzioni rendendole più proporzionali alle responsabilità dei singoli soggetti». O come la Confartigianato, che ritiene «opportuna la riformulazione delle sanzioni in base a criteri che mantengano la deterrenza e la dissuasività dei comportamenti scorretti, ma senza gli eccessi del Testo Unico che puniscono allo stesso modo gli errori formali e le violazioni che causano situazioni di pericolo reale per i lavoratori». Ma sul fronte politico ci sono già le posizioni negative dell'opposizione. Favorevole anche Confcommercio: «Il dl mira a promuovere una cultura ed una pratica sostanziale della sicurezza sul lavoro, puntando fortemente su politiche e strumenti di formazione e prevenzione, riducendo formalismi ed appesantimenti burocratici, razionalizzando l’apparato sanzionatorio, valorizzando gli enti bilaterali ai fini della certificazione dei modelli di organizzazione della sicurezza»
DI PIETRO: «LICENZA DI UCCIDERE» - La reazione politica più dura arriva da Di Pietro, che parla di «licenza di uccidere». Il leader dell'Idv spiega che «già le norme approvate dal governo sulla denuncia ritardata delle assunzioni favoriscono sfacciatamente il lavoro nero e il camuffamento degli incidenti sul lavoro. Ora si restringe ancora di più l'intervento degli ispettori del lavoro e si indeboliscono e riducono notevolmente le sanzioni per gli imprenditori che non applicano la disciplina sulla prevenzione. È un vero e proprio colpo di spugna che nella sostanza depenalizza il reato di omessa applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e cancella l'aggravante di questi comportamenti sulla sanzione del reato. Il governo aveva detto che avrebbe dichiarato guerra agli infortuni sul lavoro. Non aveva detto però da quale parte l'avrebbe combattuta. Ora sappiamo che sta dalla parte degli omicidi». Più cauto ma ugualmente negativo il commento di una nota congiunta firmata da Enrico Letta, responsabile Welfare Pd, di Cesare Damiano, responsabile lavoro e di Tiziano Treu, vicepresidente commissione lavoro del Senato: «Ci riserviamo di vedere il testo. Come abbiamo più volte rilevato, non abbiamo obiezioni di fronte a correzioni formali o a miglioramenti soprattutto diretti a rafforzare la prevenzione e il controllo . Siamo però decisamente contrari a modifiche sostanziali che cambino l'impostazione di fondo del testo unico sulla sicurezza. Purtroppo, il governo ha già provveduto, nei mesi precedenti, ad apportare modifiche peggiorative».
Commenti
Sanzioni penali solo per violazioni gravi ''sostanziali'', delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Per le violazioni ''formali'' la sanzione sara' amministrativa. In ogni caso, la cifra viene calcolasta sulla base della precedente legge 626 ''aumentata del 50%'' come adeguamento all'inflazione. La revisione dell'appararo sanzionatorio e' contenuta nel decreto legislativo che oggi ha avuto il primo si' dal Consiglio dei Ministri, e che corregge le precedenti diposizioni del testo sulla sicurezza del lavoro. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha precisato che il decreto legislativo ''si muove all'interno della delega approvata dal precedente governo''. Sacconi ha spiegato che ''l'arresto esclusivo'' resta immutato. Alcune modifiche riguardano il confine tra ''arresto o in alternativa ammenda'' e sanzioni amministrative. Quando le violazioni sono sicuramente ''sostanziali'' si applica l'ammenda (penale) e quando invece sono ''sicuramente solo formali'' si applica la sanzione amministrativa. ''Il penale - ha sottolineato il ministro - ha senso ogni volta che la violazione e' sostanzale. Non si puo' applicare per violazioni come irregolarita' nella scrittura dei documenti o della trasmessione dei dati).
Il ministro ha aggiunto che ''non e' vero che piu' c'e' la sanzione, piu' c'e' sicurezza. La cosa importante e' assicurare l'effettivita' della sanzione''. Con le nuove disposizioni la sanzione massima, che e' prevista per il progettista, sale a curca 20.000 euro, mentre per il datore di lavoro diventa di circa 8.000 euro.
L'arresto esclusivo viene mantenuto per l'omessa valutazione del rischio nelle aziende che sono a elevato rischio di incidente. Per la rivisitazione delle sanzioni, ha spiegato il ministro, ''abbiamo preso a riferimentO i valori indicato nella legge 626 del '94, che e' considerato da tutti un 'testo sacro'.
Abbiamo poi aggiornato quelle sanzioni in base all'inflazione accumulata che sarebbe del 36% e abbiamo aggiunto qualcosa in piu' arrivando al 50% di aumento''. Inoltre ''la sanzione non resta ferma ma e' stato predisposto un meccanismo automatico di adeguamento''.
Con le nuove norme, ha sottolineato Sacconi, sara' anche piu' facile sospendere l'attivita' di un'azienda che ha violato le norme sulla sicurezza. Nel decreto viene sostituito l'attuale parametro della ''reiterazione'' della violazione, a quello di ''violazioni plurime'' che consente di sospendere l'attivita gia' alla prima ispezione.
Il testo, ha sottolineato Sacconi ''e' aperto'', passa ora all'esame della conferenza Stato-Regioni e delle competenti commissioni parlamentari. Contemporaneamente sara' avviata una ''ulteriore consultazione con le parti sociali''.
''Mi auguro che il confronto voglia essere civile - ha concluso Sacconi - perche' non accettero' o reagiro' con forza a chi dovesse usare un linguaggio esasperato. Ho sentito echeggiare un linguaggio sgradevole che non corrisponde all'invito fatto dal Presidente della Repubblica'' in occasione del ricordo di Marco Biagi.
Particolarmente critico il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: ''e' un errore grave. Avevamo chiesto al Governo di non ritoccare il testo e di aspettare due anni per monitorare il vecchio testo approvato dal Governo precedente, invece non ha voluto farlo. Si tratta di un errore grave. Le condizioni di sicurezza sul lavoro, in Italia, non hanno bisogno di modifiche legislative continue che fanno mancare la certezza della norma''.
Ancora piu' critico il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro che unitamente al responsabile delle politiche del lavoro del Pd, Paolo Brutti, sostiene che ''dal Governo una vera e propria licenza di uccidere che dobbiamo respingere con tutte le forze. Questo Esecutivo non guarda in faccia a nessuno, nemmeno ai morti sul lavoro. Dopo essersi riempito la bocca di condoglianze, per apparire in TV ai funerali, Sacconi ha pensato bene di indebolire le, purtroppo ancora labili, responsabilita' delle imprese sulla sicurezza del lavoro. Gia' le norme approvate dal governo sulla denuncia ritardata delle assunzioni favoriscono sfacciatamente il lavoro nero e il camuffamento degli incidenti sul lavoro. Ora con queste norme, varate oggi, si restringe ancora di piu' l'intervento degli ispettori del lavoro e si indeboliscono e riducono notevolmente le sanzioni per gli imprenditori che non applicano la disciplina sulla prevenzione degli infortuni. E' un vero e proprio colpo di spugna che, nella sostanza, depenalizza il reato di omessa applicazione delle norme sulla sicurezza del lavoro e cancella l'aggravante di questi comportamenti sulla sanzione del reato''.
Semplificazione procedurale Il documento contenente le valutazioni sui rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori non dovrà più essere depositato dal notaio, nè servirà munirsi di posta certificata, in quanto la data potrà essere dimostrabile dalla firma dei soggetti coinvolti. Viene poi eliminata la notifica di costruzione di nuovo edificio all’organo di vigilanza se sono già state prodotte informazioni analoghe ad altre pubbliche amministrazioni.
Vigilanza I funzionari di vigilanza delle Asl e gli ispettori del lavoro potranno esercitare la vigilanza a pieno titolo, sulla base di un maggiore coordinamento territoriale reciproco.
Assistenza Vengono integrate le attività del Ssn e dell’Inail finalizzate all’assistenza e alla riabilitazione dei lavoratori vittime di infortuni.
Visite mediche Il medico competente potrà verificare l’idoneità del lavoratore alla mansione anche prima dell’assunzione.
Sanzioni Per la sospensione dell’impresa il parametro della “reiterazione” viene sostituito con quello delle “plurime violazioni”. L’organismo di vigilanza perde qualsiasi discrezionalità nell’appliazione della norma. Per le microimprese con un solo dipendente diventa possibile applicare unicamente le sanzioni odinarie, senza obbligo di chiusura. La “prescrizione obbligatoria” viene estesa ai reati puniti con la sola ammenda o con la sanzione pecuniaria amministrativa. La sanzione penale varrà solo per la violazione di disposizioni sostanziali e non di quelle formali. L’entità delle sanzioni pecuniarie aumenta del 50% rispetto al decreto legislativo 626 del 1994. Per l’omessa valutazione del rischio nelle aziende a rischio incidente rilevante vale solo l’arresto e non l’ammenda.
Il Consiglio, su proposta del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dei Ministri del lavoro, salute e politiche sociali, Maurizio Sacconi, delle infrastrutture, Altero Matteoli, e dello sviluppo economico, Claudio Scajola, ha approvato i seguenti provvedimenti:
- uno schema di decreto legislativo che modifica ed integra in maniera incisiva la normativa vigente in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, proseguendo il processo di complessiva rivisitazione e ammodernamento delle regole sulla sicurezza iniziato con la legge delega n. 123 del 2007 e culminato nel decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (testo unico in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro). "Il provvedimento - sottolinea palazzo Chigi - apporta al corpo normativo in vigore alcune significative modifiche che recepiscono le prime criticità emerse nei primi mesi di applicazione del testo unico e migliora le regole stesse sulla sicurezza. in un'ottica che tende a favorire la chiarezza del dato normativo quale presupposto per favorirne l'applicazione corretta ed efficace.
"Le principali novità introdotte - spiega la nota del Cdm - riguardano, quindi, oltre alla semplificazione formale di alcuni
documenti fondamentali (quali ad esempio la valutazione dei rischi), una generalizzata razionalizzazione delle sanzioni penali ed amministrative conseguenti alle violazioni degli obblighi da parte di datori di lavoro, dirigenti e personale preposto. Ulteriori novità consistono nella migliore definizione del ruolo degli organismi paritetici e nel potenziamento del ruolo degli enti bilaterali che, in quanto espressione di competenze tecniche adeguate, certificano i modelli di organizzazione della sicurezza in azienda, al fine di incentivare la diffusione di tali strumenti di tutela della salute e della sicurezza. Il testo, che sarà sottoposto alle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, riceverà quindi il parere della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari".
''Sulle sanzioni abbiamo fatto una scelta logica'', rimarca il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, spiegando: ''Abbiamo preso i valori del decreto legislativo 626/94 e li abbiamo attualizzati con l'inflazione, cosa che da' un aumento del 36% e siamo anche andati oltre, decidendo un incremento della sanzione del 50%. Ci sembra un termine ragionevole - aggiunge Sacconi - di innalzamento della sanzione, che si era indebolita nel tempo''. Non solo. ''La sanzione si aggiornerà automaticamente nel tempo ai valori inflattivi. Abbiamo agito sulle sanzioni e sulle ammende, sia quelle penali sia amministrative, perché il penale ha senso quando la violazione è sostanziale e l'amministrativo ha senso quando la violazione è formale''.
''E' un testo che considero aperto, com'e' ovvio che sia, se pensiamo alla rilevanza dei pareri che devono venire dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle commissioni parlamentari'', aggiunge Sacconi, ricordando che ''l'iter consiste nella prima lettura da parte del Consiglio dei ministri, nell'ulteriore esame della Conferenza Stato-regioni e nell'ulteriore esame delle commissioni di Camera e Senato''.
I correttivi apportati, specifica il ministro, ''si realizzano nell'ambito della legge delega del Governo Prodi e le modifiche sono coerenti coi principi della delega, che questo Governo ha deciso di non mettere in discussione''. Si tratta di correttivi necessari in quanto, sempre secondo Sacconi, ''la redazione del decreto legislativo 81 e' stata completata a Parlamento sciolto e in piena campagna elettorale e che la redazione fosse stata frettolosa e' evidente da alcuni grossolani errori''. A riprova di cio', Sacconi cita l'esempio ''dei valori limiti di piombo ammessi nel sangue che erano stati espressi in milligrammi anziche' in nanogrammi''.
''E' un errore grave, una scelta che non si capisce, che la Cgil non comprende e che anche il Paese fa capire a comprendere'', commenta il leader della Cgil Guglielmo Epifani . ''Avevamo chiesto - spiega ancora il leader del sindacato di Corso d'Italia - di non toccare il testo unico, di sperimentare per due anni le indicazioni che il vecchio governo aveva inserito nel provvedimento per verificarne l'efficacia. Il governo invece ha voluto modificarlo''.
Ma la condizione della sicurezza in Italia, secondo la Cgil, ''non ha bisogno di modifiche legislative continue che fanno venire meno qualsiasi certezza nelle norme". "E di questa modifica - taglia corto Epifani - non se ne sentiva davvero il bisogno. E le correzioni, purtroppo, non si limitano al solo capitolo sulle sanzioni ma si estendono in profondità anche su molti altri capitoli''.
Non si fa attentedere la replica di Sacconi, che dice: ''La Cgil ed Epifani non conoscono il testo e già ci sono manifestazioni e dichiarazioni contrarie. Questa è la prova provata che dalla Cgil c'è solo pregiudizio". E aggiunge: ''non è più la Cgil di Di Vittorio pronta a confrontarsi sui testi con testardaggine anche con un Governo non amico. Qui abbiamo la Cgil del pregiudizio".
Non rientrano più in questa ipotesi sanzionatoria (l'arresto) le attività disciplinate dal Titolo IV (edilizia) caratterizzate dalla compresenza di più imprese e la cui entità presunta di lavoro non sia inferiore a 200 uomini-giorni. Ulteriori novità sono state introdotte all'articolo 14 nella parte in cui il datore di lavoro non ottempera al provvedimento di sospensione disposto dall'organo di vigilanza. In questo caso, è previsto l'arresto fino a sei mesi nel caso la sospensione sia dovuta ad accertate gravi e plurime violazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Nel caso in cui la sospensione sia dovuta a lavoro irregolare, secondo i criteri stabiliti dallo stesso articolo 14, la violazione è punita con l'arresto da tre a sei mesi o l'ammenda da 2.500 a 6.400 euro. Nel primo caso, quindi, non è possibile l'estinzione del reato mediante prescrizione obbligatoria, ma sarà possibile definire la situazione davanti al giudice con le condizioni ed effetti dell'articolo 302.