migrazione e sicurezza sul lavoro

formazione
C’è una relazione tra migrazione e sicurezza sul lavoro?
Non c’è una vera e propria relazione “diretta” tra il fenomeno della migrazione e la sicurezza sul lavoro, più che altro è come questa viene gestita dai datori di lavoro a fare la differenza. Prendiamo in esame almeno 3 dati di fatto per analizzare la questione, uno dei quali emerge chiaramente anche dall’infografica, ovvero il livello di istruzione medio alto dei migranti:

Spesso i lavoratori migranti non vengono regolarizzati a livello contrattuale, quindi anche la tutela della loro sicurezza e salute sul lavoro viene meno. Secondo la ricerca (2014) realizzata dall’ISFOL (Il lavoro sommerso e irregolare degli stranieri in Italia) il 41,6% è irregolare, e soprattutto nella categoria artigiani, operai specializzati e agricoltori. (3.000 interviste a lavoratori stranieri prevalentemente occupati in modo non regolare, in 6 regioni Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, con provenienza da: 42% Africa, 37% Europa, 17% Asia, 4% America Latina). Secondo tale indagine è stato possibile … evidenziare come oggi più che mai sia necessario inquadrare il fenomeno del lavoro nero/irregolare nell’ambito di una più complessiva analisi, che abbia ad oggetto le dinamiche in atto nel mercato del lavoro e nell’economia più in generale.
La formazione sulla sicurezza sul lavoro se non erogata in modo corretto e quindi nella lingua del lavoratore può determinare forti lacune nello stesso.
L’INAIL per esempio ha realizzato una guida in 10 lingue intitolata proprio Straniero, non estraneo. ABC della sicurezza sul lavoro
Il lavoratore migrante si trova già di per sé in una “condizione di stress”.
Come noto, tra le situazioni che concorrono a creare condizioni di stress sul lavoro ci sono anche quelle legate al fattore umano. Per cui, qualsiasi forma di discriminazione sul luogo di lavoro è essa stessa fonte di stress, a questa si aggiunga anche le condizioni spesso non eccellenti di vita.
Prendendo in esame questi tre punti appare subito evidente che le condizioni di sicurezza sul lavoro dei migranti non dipendono dal fatto che sono migranti ma da come questa loro condizione viene “risolta” dall’azienda nella quale si trovano a lavorare.

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