CONTESTO AMBIENTALE E LE PERSONALITA’ INDIVIDUALI

IL CONTESTO AMBIENTALE E LE PERSONALITA’ INDIVIDUALI
Per contesto ambientale si intende principalmente il luogo, l’ambiente, in cui avviene la comunicazione.
Quindi esso denota dove avviene la comunicazione (principalmente se la comunicazione ha una finalità formativa si tratterà di una sala o un’aula appositamente allestita, etc.)
Questo aspetto è da tenere in considerazione perché molto spesso gli interlocutori danno importanza a ciò che costituisce l’oggetto della comunicazione, l’argomento trattato, alla luce di quello che è il contesto ambientale.
Soprattutto per le tematiche inerenti la sicurezza nei luoghi di lavoro, utilizzare una giusta comunicazione ha sicuramente un impatto e una valenza superiore rispetto ad una comunicazione  approssimativa e improvvisata.
Certamente forme di comunicazione basate su dialoghi e colloqui impostati come le normali e quotidiane conversazioni che si fanno, magari tra una pausa di lavoro e l’altra, o anche occasionalmente, tra i corridoi o nei luoghi di ritrovo, sono da evitare, in quanto ad esse non viene data la necessaria attenzione e il conseguente recepimento. 
Quindi il contesto è il "luogo" (fisico o relazionale) in cui avviene lo scambio comunicativo, ovvero la "situazione" in cui l'atto comunicativo si inserisce (e a cui si riferisce).
Esso è l’ambiente all’interno del quale avviene il processo comunicativo ed è uno degli elementi che ne può alterare l’esito.
Infatti una comunicazione effettuata in un contesto non adatto ne risente in termini di significato ed efficacia.
Il contesto è pertanto l’insieme della situazione generale e delle particolari circostanze in cui ogni evento comunicativo è, per forza di cose, inserito.
Tipicamente in un processo comunicativo bisogna preventivamente considerare i possibili “rumori” per renderli nulli o inefficaci, limitandone i danni.
Tuttavia quando ci si rende conto della presenza di un “rumore” imprevisto si può utilizzare la cosiddetta “ridondanza”, cioè l’ausilio di un messaggio secondario atto ad assicurare la riuscita della comunicazione.
Ad esempio nel caso in cui due persone stiano dialogando e vicino a loro ci sia un martello pneumatico che provoca rumore, l’emittente, oltre al suo messaggio verbale di saluto, farà anche un cenno con la mano (e quest’ultimo costituisce il messaggio di ridondanza, cioè ulteriore ma necessario a confermare il saluto).
Un altro elemento che caratterizza la comunicazione e di cui bisogna tenere conto è costituito dalle personalità individuali di ogni interlocutore, in quanto è bene sapere in partenza che le informazioni fornite ad ogni individuo vengono sicuramente, in maniera inconscia, filtrate e selezionate, da quelli che sono gli aspetti della propria personalità, istruzione e situazione culturale e sociale, oltre agli stati d’animo, alle emozioni e ai sentimenti, che fanno sì che ci formiamo più facilmente un’opinione piuttosto che un’altra, dando perciò un significato a volte diverso da quello che ci viene comunicato in partenza.
Quando si parla di comunicazione si è portati a ritenere che tutto il processo di trasmissione/recezione del messaggio ruoti intorno allo strumento della parola, del linguaggio; potente mezzo di cui solo l’uomo è dotato.
In realtà questa è una visione estremamente riduttiva del fenomeno comunicativo e ne rappresenta solo l’aspetto più superficiale.
Ogni comunicazione umana avviene su diversi livelli che permettono di veicolare i messaggi dal mittente al destinatario. Il livello verbale è solo quello più percepibile ed evidente ma, accanto ad esso agiscono contestualmente il livello paraverbale e non verbale .
Secondo una ricerca condotta negli anni 70 dallo studioso Albert Mehrabian, psicologo ed antropologo statunitense di origine armena, si è riusciti a quantificare l’incidenza che ciascun livello espressivo produce nella comunicazione, permettendo di sviluppare un modello la cui efficacia è ancora oggi riconfermata.
Pertanto in un processo comunicativo finalizzato a trasmettere un’informazione in maniera efficiente ed efficace è opportuno tenere presente, per chi svolge il ruolo di comunicatore e di formatore, le personalità individuali e lo stato emozionale degli interlocutori (destinatari), cercando a priori di comprendere bene il “contesto” in cui deve avvenire la formazione, di capire le necessità dei formandi, coinvolgendoli anche sull’esporre le proprie esperienze e situazioni, ma soprattutto mirando ad una esposizione degli argomenti mirata e precisa nei contenuti, senza usare un linguaggio fazioso, capace di generare pregiudizi e valutazioni fuorvianti di quanto si vuole comunicare.

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