RIPPER PRESCRIZIONI PRELIMINARI

Macchina per eseguire la rippatura, denominata scarificatore o ripper, ed è in grado di raggiungere profondità rilevanti. Il ripper, composto di 1-4 organi discissori, è portato da un trattore dotato di adeguata potenza e aderenza oppure da una macchina per movimento terra.
Questo tipo di lavor
azione non altera il profilo del terreno ma si limita a interrompere la sua continuità con una serie di tagli paralleli. Per una maggiore efficacia della lavorazione è preferibile l‘esecuzione di due passaggi in direzioni perpendicolari. A parità di profondità la rippatura richiede forze di trazione inferiori. Rispetto all‘aratura ha lo svantaggio di non poter essere sfruttato per l‘interramento di ammendanti e concimi e ha, inoltre, un effetto rinettante di minore entità. La lavorazione potrebbe essere seguita da una semplice erpicatura, ma si rivela necessaria anche una successiva aratura di media profondità allo scopo d‘interrare i fertilizzanti apportati con la concimazione di fondo.
PRESCRIZIONI PRELIMINARI
Le macchine devono essere dotate di:
Manuale di istruzioni: deve contenere informazioni complete sul corretto uso della macchina;
Dati di identificazione: nome ed indirizzo del costruttore, modello, matricola (se esiste), anno di produzione e massa;
Marcatura CE;
Dichiarazione CE di conformità.
Collegamento tra attrezzi e trattrice:
• Le forme irregolari, la presenza di elementi taglienti, l’elevata massa, la necessità in molti casi di provvedere al collegamento tra attrezzi e trattrice con l’intervento contemporaneo di più persone, rendono questa operazione, specie con le attrezzature di tipo portato o semiportato, uno dei momenti più rischiosi nell’impiego di questa tipologia di macchine.
• Durante il collegamento della macchina alla trattrice l’inserimento dei perni nei fori dei tiranti inferiori dell’attacco a tre punti richiede manovre sincrone e armonizzate tra il conducente della trattrice e gli operatori a terra. Queste, se mal concertate, possono risultare molto pericolose.
• Per ridurre i rischi in tutte le fasi di collegamento gli operatori devono utilizzare dispositivi di protezione individuale (DPI), come calzature con puntale rinforzato e guanti in cuoio, in grado di ridurre gli effetti di eventuali piccoli schiacciamenti.
• Anche l’inserimento dell’albero cardanico può essere rischioso. Tale inserimento va effettuato rigorosamente a motore spento e utilizzando solo quello fornito con la macchina operatrice dal costruttore. Occorre, pertanto, porre attenzione: alla presa di potenza prima di attivarne la rotazione; alla corretta sistemazione delle protezioni; al senso di rotazione della presa di potenza ed alla scelta dell’appropriato regime di rotazione.
• Specialmente nell’uso di attrezzi trainati la necessità di elevate forze di trazione può richiedere un appesantimento della trattrice (zavorratura)
• Collegamento dell’albero cardanico alla trattrice; l’albero cardanico deve essere fissato correttamente alla p.d.p. e al lato macchina rispettando il verso di rotazione e fissando le catenelle per evitare la rotazione delle protezioni. L’albero cardanico deve essere dotato di protezioni idonee per tutta la lunghezza dell’albero e dei giunti cardanici sia sull’operatrice che sul trattore. Anche se le zavorre metalliche per trattrici sono di tipo omologato, quelle per le ruote posteriori, ad esempio, spesso superano la massa soglia di pericolo individuata dalla attuale legislazione come sollevabile da una sola persona.
• É quindi opportuno utilizzare idonee attrezzature di sollevamento sia per il posizionamento delle zavorre, sia nelle già ricordate operazioni di aggancio e sgancio degli attrezzi
• Non avvicinarsi all’albero cardanico in rotazione e controllare sempre che la protezione dello stesso sia fermata con le apposite catenelle antirotazione
• Nel caso le macchine operatrici siano provviste di comandi idraulici, si deve porre cura nell’inserimento appropriato delle tubazioni di raccordo al fine di evitare collegamenti errati che potrebbero provocare movimenti indesiderati con conseguenti gravi pericoli.
• Si deve, pertanto, porre attenzione alle indicazioni fornite dal costruttore attraverso i pittogrammi, che devono essere conservati con cura, i codici di riconoscimento (codice a colori) ed il manuale istruzioni.
• Nell’inserimento di tubi idraulici l’operatore deve indossare guanti di protezione contro il rischio chimico di penetrazione e/o di permeazione (EN 374). Quando sono presenti centraline o quadri di comando mobili, deve essere presente un alloggiamento
• idoneo (ergonomico, comodo e sicuro).
• Gli attrezzi per la lavorazione del terreno sono generalmente caratterizzati da masse e dimensioni rilevanti e forme irregolari. Pertanto, possono essere soggetti a problemi di stabilità, sia quando sono isolati, sia quando vengono accoppiati alla trattrice.
• Gli aratri monovomeri e i polivomeri quando staccati dalla motrice, a causa della ridotta base d’appoggio, sono soggetti a facili rovesciamenti sia accidentali, che per urti nelle fasi di aggancio e sgancio dalla trattrice
• Rimedio a tale inconveniente è il sistemarli accuratamente su superfici pianeggianti (preferibilmente con pavimentazione in cemento), avendo cura di lasciare attorno ad essi lo spazio indispensabile per la trattrice in manovra. Le basi di appoggio, se particolarmente ridotte, vanno integrate mediante l’applicazione di piedi stabilizzatori.
• Quando un attrezzo (portato o semiportato) viene accoppiato alla trattrice, divenendo ai fini della circolazione stradale parte integrante della stessa, può alterarne la stabilità e causare difficoltà nella guida e nel lavoro, quindi si rende necessaria una verifica di stabilità.
Contatto con parti meccaniche:
• Le parti meccaniche fisse o mobili delle macchine possono essere frequentemente causa di infortunio agli operatori ed a terze persone. Tra le prime particolare pericolosità presentano, ad esempio, le punte degli organi lavoranti e gli spigoli vivi delle lamiere. Tra le seconde sono da ricordare quelle che con il loro movimento possono essere causa di possibili tagli, urti, impigliamento e trascinamento (organi snodati o rotanti). La prevenzione da questi rischi è assicurata dalla applicazione di protezioni come carter o scudi o di altre soluzioni come ad esempio l’adozione di barriere costituite da reti che impediscono il contatto involontario con le parti pericolose. In molti casi la schermatura di elementi mobili che partecipano alla lavorazione (specialmente utensili lavoranti di tipo attivo) presenta difficoltà di applicazione in quanto suscettibile di limitare la funzionalità della macchina. É allora opportuno delimitare le aree di pericolo, con l’applicazione, in posizioni appropriate, di barre distanziatrici
• Data la loro estrema pericolosità, particolare attenzione deve essere posta agli alberi cardanici assicurandosi, prima dell’uso, della presenza ed efficacia delle protezioni (cuffie ecc.) previste sulla trattrice e sull’operatrice nonché della integrità dell’albero e delle sue protezioni.

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